IL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE (SSN), VA DIFESO E SALVAGUARDATO


di Peppe Cotroneo - L'Italia è uno dei pochi paesi con un sistema sanitario pubblico ad accesso universale, introdotto con la Riforma Sanitaria 833/1978.

Nella valutazione mondiale dell'OMS del 2000 eravamo considerati il miglior sistema nazionale sanitario dopo la Francia. Nel 2012 i dati che provengono da una Agenzia Svedese "Health Consumer Powerhouse" che sulla base di tre parametri (stato di salute della popolazione, equità di finanziamento e risposta dei bisogni dei pazienti), ci pone al 21 esimo posto, su 36 paesi europei, mettendo in evidenza soprattutto un dato molto negativo sui tempi d'attesa.

In 12 anni siamo riusciti a fare passi da gigante, vero? Secondo voi perchè è avvenuto tutto questo? Secondo il mio punto di vista, uno dei principali motivi è stato la regionalizzazione della sanità.

Da quando le Regioni decidono quali direttori mettere al comando di una azienda sanitaria, lo sfacelo ha avuto inizio. Buchi economici a fine anno assurdi. Primari nominati, perchè iscritti a quel determinato partito. Acquisto di materiale sanitario troppo elevato (un esempio la protesica in ortopedia). Queste sono solo alcune cose che affliggono il SSN. 

Ma quando un'azienda sanitaria è in rosso, chi sana quel debito? Sicuramente chi ha sbagliato no, ma a pagare sono i cittadini, non solo con le tasse, ma soprattutto ricevendo un assistenza sanitaria poco efficiente.

Ma lo Stato per rimediare, non può realizzare un centro unico di controllo che gestisca gli acquisti dei presidi medici, farmacologici e assistenziali, cosi da controllare le spese? Non può nominare i direttori e i primari veramente meritevoli e capaci, tramite un concorso pubblico trasparente?

Se lo Stato Italiano non prenderà dei seri provvedimenti, non potrà più attuare ciò che recita l'articolo 32 della nostra Costituzione. 

#VogliamounaBuonaSanità

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