Lettera di ETHOS al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano



Stimato sig. Presidente,
più o meno 40 anni or sono, ricevetti il dono di nascere in Italia, precisamente a Reggio Calabria. Un posto straordinario, che per le sue bellezze ed unicità naturali e storiche non può confinarsi nella limitata e campanilistica logica dell’appartenenza territoriale. Un posto che, indipendentemente dal giudizio di rispettabilissime ed accademiche commissioni, personalmente ritengo patrimonio dell’intera umanità. Ma non è per decantare le lodi di questa meravigliosa porzione di mondo che mi permetto di scriverLe queste poche righe, bensì per chiedere il Suo aiuto, nella qualità di Primo Cittadino della Nazione in cui vivo e di Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura.

Ritengo del tutto superfluo raccontarLe la storia degli ultimi anni della Città in cui sono nato, anche perché, tranne qualche rarissima parentesi, è praticamente uguale, da almeno 150 anni, a quella di moltissime altre città del Mezzogiorno d’Italia, da sempre stritolate da ben noti fattori che solitamente si sintetizzano nella questione morale ed in quella meridionale. Tuttavia, malgrado questa triste comunanza storica, ciò che al momento rende del tutto unica la realtà di Reggio Calabria sono la 'ndrangheta e la corruzione che genera e da cui trae linfa.

In moltissimi Suoi pubblici interventi, infatti, ha ben evidenziato come questa forma di criminalità organizzata sia da considerarsi, oggi, come una delle più pericolose ed invasive del mondo, non solo per l’enorme forza economica di cui dispone, ma soprattutto a causa della fitta rete di collaborazione interamente basata sulla corruzione e sulla violenza che è riuscita a creare.

Per questo, alla luce della reale situazione in cui versa questo martoriato territorio reggino ed in considerazione della evidente ed oggettiva carenza organica di Magistrati presso la Procura, mi permetto di chiedere un Suo deciso intervento presso il C.S.M. affinché sia inviato a Reggio un adeguato numero di Magistrati.

Da troppo tempo la collettività reggina vive narcotizzata da un sistema politico/amministrativo che proprio recenti indagini e processi stanno dimostrando essere letteralmente antagonista a quello previsto dalla nostra Costituzione. Un sistema locale che formalmente rispetta le regole, facendo pubblicamente propri concetti quali legalità e democrazia, ma che di fatto è riuscito a creare un sistema parallelo ed occulto con cui ci gestisce e ci affama, creando la convinzione (ed è questa la più tremenda della nefaste conseguenze di tanti anni di indifferenza da parte dei Reggini e delle Istituzioni locali e non) che nulla possa cambiare e che questo sia il solo sistema possibile a queste latitudini.

Qualcosa, invece, sembrerebbe iniziare a cambiare. Forse oggi, dopo tutto quello che è successo in Città, noi Reggini stiamo iniziando a reagire, a voler davvero voltar radicalmente pagina per non continuare ad essere più “…calpesti e derisi…”.

Proprio adesso, quindi, è fondamentale che ciascuno faccia ciò che è necessario, per riuscire a fare, dopo, ciò che è possibile.

L’invio di un adeguato numero di Magistrati in riva allo Stretto, oltre ad essere elemento concreto di contrasto alla 'ndrangheta ed alla corruzione, rinvigorirebbe questa voglia di cambiamento, dando fiducia ed ulteriori stimoli a tutte le persone perbene che, nonostante tutto, sono ancora convinti che Reggio sia davvero “il posto in cui vivere”.

Grazie.

Con osservanza

Giuseppe Musarella

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