Che ogni giorno sia una vera festa della “liberazione”



di Peppe Cotroneo - Che cosa rappresenta oggi la festa della liberazione? 

Si è vero ricordiamo la liberazione del nostro paese dal nazi-fascismo, grazie a grandi uomini e a grandi donne che hanno lottato sino alla morte per renderci liberi da ogni schiavitù.

Ma oggi da cosa ci dobbiamo liberare veramente? Cosa ci insegna la storia? La nostra quotidianità da che cosa è martellata? La Tv ci dice che il mondo è malato. 

Si è malato a causa di una cattiva politica, fatta dalla maggior parte di interessi personali e dove vengono tutelati i ricchi e i poveri sprofondano nell’abisso senza che nessuno se ne occupi veramente e concretamente. 

Dove sono andati a finire gli ideali? Dove sono quegli uomini come Pertini, Moro, Berlinguer, che hanno dato tutto pur di rendere il popolo italiano, un popolo libero, dove diritti e doveri fossero la nostra unica forza?

Da cosa ci dobbiamo liberare? Dall’egoismo, dal materialismo, dalla disoccupazione e dal continuo inquinare la nostra casa comune, la terra. 

Siamo diventati un popolo intollerante all’immigrato, al disabile, all’anziano, all’omosessuale, allo studio e a tutto ciò che oggi ci impegna nelle relazioni umane, infatti siamo immersi nella tecnologia dove i social network hanno sostituito i nostri rapporti umani e dove ormai non ci si ascolta più e non ci si guarda più negli occhi, quindi è inevitabile che l'uomo pian piano sta scomparendo dalla vita reale.

Siamo allergici a mettere al mondo figli e a rendere la nostra quotidianità ricca di passioni che ci renderebbero uomini e donne liberi dalle cose materiali e molto più felici.

Liberiamoci da tutto ciò che ci sta pian piano distruggendo, cercando di praticare ogni giorno quella solidarietà che renderebbe le nostre giornate uniche.

MI AUGURO CHE OGNI GIORNO SIA UNA VERA FESTA DELLA “LIBERAZIONE”!!!

(“Non lasciatevi rubare la giovinezza interiore. Quella esterna se la porta via il tempo, è inevitabile. Ma c’è una giovinezza per cui lottare, un territorio interiore, basta guardarsi dentro, e questa giovinezza si accompagna a una piccola parola molto semplice: solidarietà, solidarietà con la condizione umana"). (Pepe Mujica)

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