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Visualizzazione dei post da gennaio, 2019

Il "Reggino" e la "Reggina"

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di Peppe Cotroneo - Mi giungono voci da Reggio Calabria che appena entri in un bar, in un supermercato, quando sei a passeggio sul corso Garibaldi, sul lungomare Falcomatà o alle poste, nella bocca di molti cittadini, primeggia la parola "Reggina". Sembra sia ritornato l'entusiasmo tra i tifosi, perchè la Reggina per il Reggino, è come l'ossigeno per il nostro corpo umano. Tutti parlano di Reggina, tutti amano il presidente Gallo e tutti improvvisamente vogliono ritornare allo stadio. Qualche settimana fa, sono stato a Reggio, non per constatare questo fenomeno, ma per motivi di ferie, e come mia consuetudine, ho fatto le classiche tappe, che un reggino fa quando vive fuori dalla propria terra.  Ho incontrato tantissime persone, amici, parenti, ed ho girato moltissimo, e tra qualche incontro e qualche passeggiata non ho potuto non notare in che stato versa purtroppo ancora la città. Reggio è completamente disastrata, causa buche quasi in ogn

L'inquinamento non ha confini: ecco come si sposta attraverso l'Europa

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<<Un'animazione mostra il diossido di azoto, un gas serra fortemente irritante, sollevarsi dalle aree industriali e diffondersi sopra il continente, sospinto dai venti. Una delle regioni di massima concentrazione si trova in Italia>>. (Un frame dell'animazione del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS): si noti la concentrazione del diossido di azoto sulla Pianura Padana, dovuta all'intensa attività industriale e alla barriera creata dalle Alpi).  In un periodo storico all'insegna di muri e nazionalismi vale ogni tanto la pena ricordare alcune urgenti questioni che accomunano ogni angolo del Pianeta , e nello specifico del nostro continente .  Il gas fortemente irritante per le vie respiratorie è creato nel processo di combustione dei combustibili fossili, nelle attività industriali e nei motori dei veicoli. Siccome è più denso dell'aria, si mantiene a livello del suolo: l'animazione ne mostra infatti la concentrazione al su

Elvio e l'ultimo saluto ai suoi due cani in ospedale

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<<All’Ospedale di Imola lo «strappo» al regolamento: «Giusto umanizzare». La figlia ringrazia la struttura: «Speriamo che tanti altri malati possano provare la stessa emozione>>. «Solo un’ora. Fatemi ritornare a casa, vi prego. Voglio vedere i miei cani». Quando era ancora in vita, immobile nel suo letto d’ospedale, le sue parole uscivano a fatica. Da ottobre Elvio era ricoverato a Imola, dopo essere stato colpito da un ictus mentre camminava in un castagneto. Le sue condizioni di salute peggioravano. Ma ai familiari i dottori non avevano detto che sarebbe morto.  Forse Elvio sentiva di avere i giorni contati, avvertiva che il tempo lo stava abbandonando. Chiedeva dei suoi due cani, Piero e Gilda. «Voglio vederli». Lo chiedeva alle figlie Federica e Maurizia, ne parlava con i dottori. Elvio è morto giovedì in ospedale. Ma prima di chiudere per sempre gli occhi, Piero e Gilda è riuscito a riabbracciarli, in una stanza dell’ospedale, al quinto piano . I cani g

Ricchezza e povertà: le disuguaglianze si riducono rifiutando il consumismo

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I dati sono stati diffusi ufficialmente. Sono dati incredibili, inaccettabili e la forbice continua ad allargarsi invece di diminuire, il che è anche logico: più sei ricco e più avrai la possibilità di diventare ancora più ricco, comprandoti governi e mass media, diversificando i settori di investimento e avendo sempre più influenza e potere.  Questo dimostra ancora una volta che la ricchezza in mano, appunto, ai ricchi non si ridistribuisce affatto a tutti, o anche solo a tanti, vecchia stantìa favoletta dei fan del capitalismo, secondo i quali è meglio non tassare chi ha tantissimo, meglio non frapporre loro alcun ostacolo, perché grazie a loro migliorerà la situazione per tutti...  Il dato di fatto, invece, è che loro si arricchiscono sempre di più e la gente impoverisce di conseguenza. I mega-ricchi operano qualsiasi strategia pur di dare il meno possibile alla società e aumentare i loro profitti con ogni mezzo e in ogni modo, sfruttano bestialmente la manodopera, col

RIFLESSIONE DOMENICALE #1: "La sfida che viviamo"

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Ogni domenica (tempo permettendo), pubblicherò le " riflessioni domenicali ", dove tratterò argomenti come (l'ambiente, la filosofia, la cultura, la salute, la solidarietà, l'amore, il lavoro, il volontariato, la musica, l'arte) estrapolando da vari libri, riviste, interviste, i pensieri di grandi uomini e donne del nostro tempo. Potrebbe anche succedere, che qualche domenica scriverò io personalmente una mia riflessione, trattando uno degli argomenti sopra indicati.  Questa domenica ho scelto un tema a me molto caro: "l'ambiente". E come primo spunto di riflessione, ho preso come guida ciò che un grande uomo di nome Papa Francesco , ha scritto nella straordinaria enciclica "Laudato si" . Non voglio dilungarmi troppo, perchè ho paura di stancarvi! Vi raccomando di leggere con calma e riflettete su cosa sta succedendo nelle nostre città, nei nostri paesi e nel mondo intero. <<L'ambiente va protetto e bis

Clima, gli insetti stanno morendo. La fine del mondo è già iniziata

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Un articolo pubblicato il 15 gennaio sul quotidiano inglese The Guardian (passato ovviamente inosservato nei nostri organi di disinformazione, concentrati su ben altri problemi) dovrebbe farci molto riflettere . L’articolo riportava i risultati del viaggio fatto l’anno scorso dallo scienziato Brad Lister nella foresta pluviale portoricana di Sierra de Luquillo, a 35 anni dalla sua prima esplorazione. Ebbene, Lister ha scoperto che in quel remoto angolo del mondo il 98% degli insetti terrestri era scomparso. La notizia è tanto più clamorosa se si pensa che tale foresta pluviale è un parco nazionale , e quindi protetta da interventi umani, quantomeno diretti. Queste le sue parole: “Si è verificato un vero collasso delle popolazioni di insetti in quella foresta pluviale. Abbiamo iniziato a capire che questo è terribile, che è molto, molto inquietante”. Certo, inquietante anche perché, come noto, gli insetti sono alla base della catena alimentare. Ragion per cui nella foresta anch

Sulla pelle dei migranti

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Non bastano gli orrori della guerra, gli stenti di fughe interminabili, i rischi del mare aperto, lo sfruttamento economico e sessuale. Sulla pelle dei migranti sta emergendo un ennesimo scandalo: il sospetto — che purtroppo non sembra totalmente privo di fondamento — di una manipolazione a fini economici e politici anche delle operazioni di salvataggio.  La questione è stata portata alla ribalta dalle dichiarazioni del procuratore di Catania Carmelo Zuccaro che sta indagando , così come avviene da parte di altre procure siciliane, su presunti contatti tra alcune ong presenti nel Mediterraneo con proprie imbarcazioni e gruppi di scafisti. Il sospetto è che le navi delle organizzazioni non governative vengano utilizzate come una sorta di taxi dai trafficanti di esseri umani per fini tutt’altro che umanitari. Un atto doveroso e irrinunciabile, come quello di salvare vite umane, verrebbe così stravolto, infangato da interessi e giochi di potere. Così come è già accaduto per l’a

Il rappresentante dei Verdi tedeschi Habeck esce dai social: standing ovation

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Robert Habeck, leader nazionale dei Verdi, ha deciso di chiudere i suoi profili Twitter e Facebook e ha lasciato, dunque, ufficialmente il mondo virtuale dei social network. Una decisione che molti hanno definito coraggiosa. La decisione di Robert Habeck è arrivata dopo che anche i suoi dati e conversazioni personali erano stati trafugati e resi pubblici, ma soprattutto il filosofo ecologista tedesco ha motivato la sua decisione affermando che i social sono troppo aggressivi, ci sono «odio, cattiveria e diffamazione».  Il rappresentante dei verdi tedeschi deve essere una persona coraggiosa . Infatti quale politico odierno di spicco sarebbe così pazzo da abbandonare i social? Nessuno ovviamente, ma ci sono persone che fanno della loro ipotetica pazzia un segnale di grande sanità mentale e indicano una strada da percorrere che non è quella battuta da tutti.  Siamo infatti nell’era dove si fanno le cose che fanno e dicono tutti solo perché è così e va bene così. Diffi

I pericoli dell’Intelligenza Artificiale: 6 fenomeni da tenere d’occhio nel 2019

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Limitazione delle libertà personali, discriminazione, manipolazione dell’opinione pubblica: ecco i rischi che l'intelligenza artificiale porta con sé.  L' AI ci fa divertire con i videogiochi, ci semplifica la vita con gli assistenti vocali e collabora alla ricerca scientifica. Ma quali sono gli effetti collaterali? Il 2018 è stato l’anno dell’AI, l' Intelligenza Artificiale . L’AI ha dimostrato tutto il suo potenziale nei più diversi ambiti della scienza e della tecnologia: dall’analisi del dati alla lotta al terrorismo, dalla ricerca medica alle missioni spaziali ; big data e supercomputer promettono di rivoluzionare la nostra vita.  C'è però un "piccolo" problema... La potenza dei sistemi di Artificial Intelligence, se male indirizzata, potrebbe diventare molto pericolosa . E non stiamo parlando del rischio di robot killer che si aggirano per le nostre città sparando a chiunque, ma di "cattivi usi", più sottili e altrettanto p

Perché nelle grandi città l'influenza dura di più?

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Nelle grandi città la stagione dell'influenza dura più a lungo che nei piccoli centri. Tanto per cominciare, a causa della maggior densità della popolazione...  Chi vive nelle grandi città si rassegni: ha più probabilità di ammalarsi perché l'influenza dura di più. Anche se, sian ben chiaro, non esistono metropoli più o meno sicure. È quanto rivela una ricerca basata su un'analisi di tipo statistico pubblicata sulla rivista Science che, per studiare come si propaga il virus dell'influenza, ha evidenziato un periodo di  contagio più breve nelle piccole città rispetto alle grandi. In generale, infatti, a consentire la propagazione del virus è il minore grado di umidità tipico dell’inverno, ma nelle metropoli contano molto anche l’elevata densità della popolazione e la sua mobilità. Due fattori che prolungano la stagione dell’influenza rispetto alle condizioni climatiche già propizie alla malattia.  PIÙ SIAMO, PEGGIO È . Se, infatti, è dimostrato che la

Pochi spinelli possono alterare il cervello negli adolescenti

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Sono sufficienti pochi spinelli per alterare la struttura del cervello negli adolescenti : un anomalo incremento del volume della corteccia cerebrale in corrispondenza di aree legate alle emozioni e alla memoria è stato osservato per la prima volta in quattordicenni che avevano fatto un uso sporadico della cannabis. Il risultato, che apre nuovi interrogativi in merito alla legalizzazione della sostanza a scopo ricreativo, è frutto di uno dei pochi studi condotti finora sui giovani consumatori occasionali, pubblicato sulla rivista Journal of Neuroscience dai ricercatori dell'Università del Vermont, negli Stati Uniti.  "A quanto pare basta consumare solo uno o due spinelli per modificare i volumi della materia grigia in questi giovani adolescenti", sintetizza lo psichiatra Hugh Garavan. Una scoperta che manderebbe in fumo la convinzione comune che qualche canna in gioventù non possa avere conseguenze. I ricercatori hanno demolito questo falso mito analizzando i dat

Gli strani viaggi in Calabria

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di Peppe Cotroneo - Giorni fa sono atterrato all'aeroporto di Lamezia Terme. Freddo, vento e pioggia mi hanno accolto al mio arrivo. Va bè, ci sta è inverno. Nell'attesa di ricevere il bagaglio ho iniziato a cercare su internet i treni per Reggio Calabria. Premetto che il mio volo è arrivato alle 14.45. Cerco e noto che il primo treno utile per Reggio è quello delle 14.45 di euro 19.50€ (2 ore per percorrere 126 km).  Fin qui niente di strano o facciamo finta che sia così. Il secondo treno disponibile? Alle ore 17.45 prezzo 28.50€ (tempo di percorrenza 1.43 min). Complimentoni regione Calabria.  Possibile che ancora a questa "splendida" classe politica, non gli è entrata bene in testa che la mobilità efficiente, veloce ed ed economica, fa muovere il turista? Fa spostare il cittadino da un punto all'altro della regione e non solo?   È naturale che poi compagnie di bus privati, speculino fortemente su questa situazione penosa dei trasporti, infa

Il segreto per lavorare felici? La "fika"

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<< Non fate i maliziosi: in Svezia si chiama così la pausa caffè da fare più volte al giorno, davanti a un dolce. In molte aziende è obbligatoria, e migliora la produttività >>. La parola, ce ne rendiamo conto, si presta a facili ironie. Ma non è come sembra: in Svezia, la fika è una tradizione consolidata, un ingrediente sacrosanto per ridurre lo stress da lavoro . Il termine - sgombriamo il campo dagli equivoci - è sia un nome, sia un verbo e deriva dalla parola svedese kaffe (caffè): la fika è una specie di pausa caffè, che però c'entra poco con il classico break al bar o davanti alla macchinetta.  PAROLA D'ORDINE: RIPOSARE . Non è una scusa per una riunione, né un pretesto per trangugiare un espresso (o un beverone di Starbucks, come fanno negli USA) al computer o sotto il neon del distributore automatico; ma una pausa che si prende più volte al giorno, e in ogni caso attorno alle 10:00 e alle 15:00, per sorseggiare un caffè, un tè o un'altra beva

Lavorare nel weekend e di notte accelera l'invecchiamento

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<< Molti di noi lo sospettavano già, ora arriva la conferma da una ricerca scientifica: invertire il ritmo per cui saremmo programmati (lavorare di giorno, dormire di notte) può influire sulle capacità cognitive e di memoria >>. Lavorare nel fine settimana e di notte accelera l’invecchiamento. Secondo una ricerca condotta dalle università di Swansea (Gran Bretagna) e Tolosa (Francia), i ritmi irregolari fanno invecchiare il cervello di 16 anni e mezzo in 10 anni. Pare, inoltre, che influiscano sugli ormoni, modificando di conseguenza l’umore e il sonno. CONTRO NATURA . Lo studio è stato svolto analizzando lo stato di salute psicofisica di oltre 3.000 lavoratori francesi: chi aveva 10 anni di turni notturni o domenicali alle spalle sosteneva performance di persone di 6 anni e mezzo più vecchie. Il corpo umano è infatti programmato per lavorare di giorno e dormire di notte. È dimostrato che invertire il ritmo può influire sulle capacità cognitive e di memoria, ch

Ivan, il ballerino malato di sclerosi multipla si racconta: la vita è bella e va vissuta

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Quando una laurea si trasforma in un gesto speciale. Ivan Cottini, il modello e ballerino che lotta contro la forma più aggressiva di sclerosi multipla e cavaliere al merito della Repubblica italiana, sarà testimone di una giornata speciale per una giovane laureanda. Proprio domani, presso il Dipartimento di Scienze Cliniche Applicate e Biotecnologie dell’Aquila, una ragazza porterà davanti la commissione la sua tesi di laurea in Scienze Motorie dal titolo “il movimento e la danza come terapia di supporto per pazienti affetti da sclerosi multipla”. Ivan sarà presente come testimone, essendo stato il primo a salire su un ring in sedia a rotelle e a correre una maratona con le sue stampelle. Nel pomeriggio, dopo la discussione, Ivan incontrerà i ragazzi di alcune scuole di danza.   Il 33 enne  di Urbania è un artista dal cuore solidale : ogni sfilata che fa la dedica a chi ha bisogno di aiuto. Molti ricorderanno la sua partecipazione al talent di Maria De Filippi “Amici” lo sco

L’Italia dei poveri che spende 101 miliardi in giochi d’azzardo

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C’è qualcosa che non torna nelle dichiarazioni cosiddette ufficiali, nelle teorie e tesi che vengono propinate in tutte le salse, che vivisezionano il termine povertà e lo dividono addirittura in povertà relativa e assoluta, che di per sé non significano assolutamente nulla e servono solo ad allargare il più possibile la forbice del popolo che si deve sentire povero.  Ci si chiede allora: ma se gli italiani sono così poveri come fanno ad aver speso nel 2017 la cifra monstre di 101 miliardi di euro in giochi d’azzardo , pari a più di quattro finanziarie e a quanto si spende per sanità ed istruzione? E con tanto di aumento di ben 5 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Facciamo un'analisi ulteriore per capire il fenomeno. In Italia ci sono 60 milioni di abitanti , ma a questo dato vanno tolti i bambini fino a 14 anni che sono oltre il 13% della popolazione e occorre calcolare pure chi non gioca mai. Facendo un'ipotesi complessiva si può arrivare a una stima pa

Il 2018 l'anno più caldo in Italia da oltre due secoli

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Il 2018 è stato in Italia l'anno più caldo da oltre due secoli: lo indicano i dati raccolti nel nostro Paese a partire dal 1800 e contenuti nella banca dati di climatologia storica dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Isac). "I dati indicano che siamo in presenza di un cambiamento climatico importante e che in Italia l'aumento di temperatura è più forte rispetto al trend della media globale", ha detto il responsabile della banca dati, Michele Brunetti. I dati indicano che nel 2018 la temperatura ha superato di 1,58 gradi la media registrata negli anni compresi fra il 1971 e il 2000, superando il precedente record del 2015, con 1,44 gradi sopra la media. Tutti i mesi del 2018 sono stati più caldi, ad eccezione dei mesi di febbraio, quando le temperature sono state inferiori alla media, e marzo, nella media. Le temperature rilevate in Italia nel 2018 a confronto con la temperatura medi