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Visualizzazione dei post da aprile, 2019

La storia è un bene comune, salviamola

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La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini. È un sapere critico non uniforme, non omogeneo, che rifiuta il conformismo e vive nel dialogo. Lo storico ha le proprie idee politiche ma deve sottoporle alle prove dei documenti e del dibattito, confrontandole con le idee altrui e impegnandosi nella loro diffusione.  Ci appelliamo a tutti i cittadini e alle loro rappresentanze politiche e istituzionali per la difesa e il progresso della ricerca storica in un momento di grave pericolo per la sopravvivenza stessa della conoscenza critica del passato e delle esperienze che la storia fornisce al presente e al futuro del nostro Paese .  Sono diffusi, in molte società contemporanee, sentimenti di rifiuto e diffidenza nei confronti degli “esperti”, a qualunque settore appartengano, la medicina come l’astronomia, l’economia come la storia. La comunicazione semplificata tipica dei social media fa nascere la figura del c

Cosa c'è nella testa dei bulli di Manduria? Il vuoto

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"Sono 14 ragazzi che si conoscono da tempo e si frequentano per passare il tempo. Ogni volta si ritrovano un luogo e a un certo punto scambiandosi opinioni sul telefonino arriva la domanda. Cosa facciamo? E qualcuno dice: andiamo a giocare col "pazzo". Vittorino Andreoli , nella striscia quotidiana del Tg5, torna sul caso dei bulli di Manduria e cerca di analizzare le motivazioni dietro ai gesti di questi ragazzi. " Che cosa c'è nella mente di questi 14 ragazzi? La risposta è: il vuoto. Non c'è nulla", dice lo psichiatra e poi aggiunge: "Ma nel vuoto non è impossibile fare delle cose. Si può fare un'azione crudele e persino positiva". Nel vuoto, però,mancano le direttive, dice Andreoli: "Manca una morale, mancano dei principi e quindi si vive portati non dal pensiero, ma dagli istinti di poter sopraffare e poter mostrare la propria forza". Come poter arginare questi fenomeni, di domanda lo psichiatra:  "Cosa po

RIFLESSIONE DOMENICALE #14: "Leonardo rinasce grazie allo sport"

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<<In questa quattodicesima domenica di riflessione, riporto un articolo estrapolato dal sito ilfattoquotidiano.it, che racconta di un uomo,  Leonardo Melle colpito undici anni fa, da un aneurisma cerebrale. Decide di ripartire dallo sport: "Quando ho fatto le prime pedalate ho pianto per un giorno intero". Da lì non si è più fermato>>. Buona domenica e buona riflessione! Peppe Cotroneo A 36 anni un aneurisma mi ha stravolto la vita. Lo sport mi ha fatto rinascere e ora sono campione del mondo di triciclo “Meritiamo rispetto!”. Quando chiedi a  Leonardo   Melle  cosa deve cambiare nell’approccio al mondo della  disabilità  la sua risposta è chiara, semplice, precisa. A 36 anni  Leonardo  è stato improvvisamente colpito da un  aneurisma   cerebrale : era pomeriggio, stava riposando e un’arteria gli è esplosa nel cervello. Dopo il  coma , la  riabilitazione , oggi Leonardo è riuscito a vincere la sua battaglia personale, sfidando anche i dubbi

La scuola sta per finire e le famiglie dei ragazzi disabili sono già in pieno allarme

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Ancora immersi tra colombe e uova di cioccolato, senza poter avere un respiro di sollievo per il prossimo rientro a  scuola , che alcuni bambini dovranno subire e sopportare con le rispettive famiglie. I temi sono tanti: insegnanti di  sostegno  ancora legati a un immaginario che li vuole in consegna per alunni di serie Z, educatori che si confondono con gli insegnanti e i collaboratori scolastici in quel limbo che li mantiene contrattualmente  precari , tecnicamente ambigui e socialmente poco conosciuti. L’anno scolastico volge al termine e nonostante ci sia uno sforzo sempre crescente per rendere tutti più consapevoli e preparati, ancora si rimane  immobili  perché il pullman per l’uscita didattica non è attrezzato, perché gli ausili scolastici non si sa chi di preciso debba acquistarli, dove e con quale prescrizione. Si stanno svolgendo gli ultimi incontri di Glh (gruppi lavoro  handicap ) e mi arrivano tantissime richieste di aiuto, perché molte famiglie non sono in linea

Liberiamoci dalle cose materiale e guardiamo in direzione dell'umano

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Se si volesse trovare una spiegazione al perché l’umanità si trova di fronte al baratro, basterebbe guardare a quanto successo alla cattedrale di Notre Dame . Costruzione di grande bellezza e simbolo importante per chi è cristiano, il suo incendio ha destato grande commozione ed è stato immediatamente al centro dell’attenzione mondiale.  Non ci sono stati morti eppure la mobilitazione è stata eccezionale e in pochissimi giorni sono stati donati centinaia di milioni di euro per la ricostruzione della cattedrale. Soldi messi a disposizione da magnati del lusso, da ricchi imprenditori o da semplici cittadini.  E dato che nella nostra società del consumo, tutto è simbolico e conta l’apparenza, l’ostentazione, chi ha risposto per primo all’appello della ricostruzione della cattedrale, sono proprio coloro che fanno del lusso la chiave del loro successo. Ma queste persone si comportano allo stesso modo per ogni vera tragedia o dramma? Attualmente siamo di fronte a una crisi a

Facciamo pace con la terra

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La nostra vita, la nostra alimentazione e la nostra specie sono aggrappate a pochi centimetri di suolo fertile. Quando si parla di terra si parla di agricoltura. Di contadini, di coltura e di cultura. Ma anche di scelte alimentari e produttive. E delle conseguenze di certi metodi e di certe produzioni. 8 miliardi.  7.698.965.948 per la precisione è la popolazione attuale della terra. Di queste, 1 persone su 3, opera in ambito agricolo. Ancora oggi i piccoli agricoltori producono l’80% del cibo consumato nei Paesi in via di sviluppo e il 49,5% della popolazione mondiale vive in aree rurali. 12% è la percentuale dei terreni mondiali utilizzata per produzioni agricole.  Nel 2019 già 1 milione e mezzo di ettari di foresta sono stati distrutti per far spazio a nuove coltivazioni. In soli 4 mesi abbiamo generato oltre 12 miliardi di tonnellate di CO2. Di queste 5 miliardi provengono dal mondo agricolo. 70% è la quantità di risorse idriche mondiali utilizzata in agricoltura

Gli orti urbani fanno bene all'ambiente, alla società e all'economia

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Più biodiversità, meno rifiuti, miglioramento del clima, inclusione sociale, occupazione, riduzione del costo degli alimenti.  Sono i tanti vantaggi che si possono ottenere dalla diffusione degli orti urbani. Lo certificano i primi risultati di  SustUrbanFood , progetto coordinato dall’Università di Bologna e finanziato dall’Unione Europea (Marie Skolodowska-Curie Action) per studiare l’impatto dei tanti nuovi spazi agricoli che negli ultimi anni si sono fatti largo tra strade e palazzi nelle città d’Italia, d’Europa e in tutto il mondo. I primi esiti del lavoro di ricerca sono stati da poco pubblicati in due articoli sulla rivista Sustainability. Gli orti urbani - rivelano i ricercatori - portano opportunità in campo ambientale, ma anche per lo sviluppo sociale ed economico. E vantaggi per il bilancio familiare: con un piccolo orto domestico, di grandezza compresa tra 10 e 20 metri quadrati, è possibile produrre abbastanza verdura per soddisfare l’intero fabbisogno annuale di

Il debito pubblico Giapponese e l'Italia

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Vi sono situazioni in cui, immersi in un grosso problema, vediamo plasticamente la sua limpida soluzione, che appare tuttavia subordinata ad una qualche condizione esterna insormontabile. Al realizzarsi di questa, quel problema smetterebbe di esistere. Spesso ci si accorge che siamo noi, in realtà, ad aver prodotto una condizione da cui non riusciamo a liberarci, ed essa diventa così un’artificiale camicia di forza. Particolarmente interessante, anche nella storia dei fenomeni sociali, è il caso in cui l’evidenza di un problema sia tanto chiara quanto quella del vincolo che a priori impedisce di risolverlo. Tuttavia, considerando irrazionalmente quel vincolo come una variabile data e indiscutibile, si resta incagliati in una catena illogica e viziosa. Numerosi ragionamenti della scienza economica spesso finiscono in un simile vicolo cieco argomentativo, che rivela la povertà e l’inconsistenza di molte analisi che si avvitano su sé stesse.  L’appartenenza all’ Unione Eu

RIFLESSIONE DOMENICALE #13: "Alex e la sua Pasqua"

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<<In questa tredicesima domenica di riflessione, che corrisponde al giorno della Santa Pasqua, riporto una notizia straordinaria, di un bambino di nome Alex, che grazie alle cellule del padre, è risorto anche lui da una terribile malattia, grazie alle cellule del padre>>. Buona Pasqua e buona riflessione!! Peppe Cotroneo Alessandro Maria Montresor, cure finite Guarito al 100%: “Può tornare a casa” "Dopo quattro mesi dall'intervento di trapianto di midollo, l'annuncio di Franco Locatelli, oncoematologo del Bambino Gesù: "Ha un sistema immunitario perfetto. Le cellule del padre si sono del tutte sostituite a quelle malate". Il piccolo Alex può tornare a casa. Quattro mesi fa, il bimbo, di appena due anni, aveva subito con successo un trapianto di midollo con le cellule prese dal papà . Un intervento rischioso e difficile compiuto dall’equipe dell’ospedale Bambino Gesù di Roma , che lo ha salvato da un’immunodeficienza rara ch

L’Italia, un paese di rentier e lavoratori poveri

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E’ dagli anni Settanta , da Berlinguer in poi, che agli italiani gli si dice che stanno “vivendo al di sopra dei propri mezzi”, una vulgata che passa dai partiti ai media, dagli intellettuali ai cosiddetti economisti.  Poi capita che vai sul sito della banca centrale italiana e vedi tutt’altro. Ci riferiamo al Bollettino Economico uscito ieri e al comunicato Bilancia dei Pagamenti .  Incominciano con il primo. Ebbene, i funzionari del capitale italiano ci informano che la posizione finanziaria netta, vale a dire il saldo tra attivi e passivi finanziari, è lievemente debitoria. Vi è un passivo di 67 miliardi alla fine del 2019, il 3,9% del pil, dovuto alla discesa dei corsi azionari globali.  Per fare un raffronto, in Usa il saldo è negativo per il 35% del Pil , nella tanto decantata Spagna addirittura dell’86%. Questo paese, cioè, come prima della crisi del 2008, cresce grazie ai prestiti esteri, mentre l’Italia ha ridotto in questi cinque anni la posizione finanziar

Chi ci vaccina contro l’inquinamento di aria, acqua e cibo?

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Le campagne messe in atto dalle  aziende farmaceutiche  per obbligare tutti a vaccinarsi per qualsiasi cosa sono condotte per continuare a guadagnare enormi somme di denaro da aggiungere a introiti già inimmaginabili. Faticosamente e contro forze soverchianti, medici, esperti, volontari, genitori, persone che si informano attraverso una letteratura scientifica ormai vastissima, cercano di mettere in guardia sull'acclarata pericolosità dei vaccini e di rendere quantomeno libera la scelta fra vaccinarsi o meno. Che ci sia del marcio dietro e che le  campagne allarmistiche  trovino eco nei media, spesso prezzolati dalla stesse potenti multinazionali dei farmaci, è confermato dal fatto che, quando ci sono casi di una o l’altra malattia che si presume siano derivanti da una non vaccinazione, vengono ingigantiti a dismisura e si urla contro i nemici della “scienza” che hanno l’ardire di pensare con la loro testa e vorrebbero semplicemente essere informati correttamente. Scie

RIFLESSIONE DOMENICALE #12: "Cibo vs integratori alimentari"

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<<Arrivati alla dodicesima domenica di riflessione, voglio affrontare insieme a voi, il problema del cibo, in particolare dell'esagerato utilizzo di integratori. L'unica vera fonte di energia nutriente resta il cibo, quello sano e chilometro zero. Tu cosa ne pensi?>>. Buona domenica e buona riflessione.   Peppe Cotroneo I nutrienti nel cibo riducono il rischio di morte (quelli negli integratori, no) L'assunzione di dosi corrette di nutrienti alimentari è associata a una riduzione della mortalità per ogni patologia, ma solo quando quei nutrienti sono introdotti attraverso il cibo - e non attraverso integratori. Se l'alimentazione è inadeguata e povera di sostanze benefiche per l'organismo, non c'è nessuna relazione tra l'assunzione di nutrienti attraverso gli integratori e la riduzione della mortalità. QUESTIONE DI EQUILIBRIO.  Uno studio pubblicato su  Annals of Internal Medicine  torna a ribadire  la non efficacia dei nu