E se diventassimo tutti vegetariani? (Il consumo di carne e i suoi effetti sull'ambiente)
<< Un alimento un tempo consumato in casi eccezionali è oggi protagonista quotidiano del carrello >>.
Il consumo globale di carne è in aumento, e questa scelta alimentare incide profondamente sulle emissioni di gas serra e sulla nostra salute. Sono temi costantemente "sul piatto", ma ora una revisione globale degli studi sul tema pubblicata su Science fa i conti in tasca al fenomeno e mostra, numeri alla mano, di quale crescita esponenziale si parla.
Il consumo di carne, si legge nel report, sta aumentando in relazione non solo alla crescita della popolazione, ma anche a quella del reddito medio individuale, una tendenza destinata a influire in modo importante sulle emissioni inquinanti e sulla perdita di biodiversità.
Il consumo medio di carne a persona è quasi raddoppiato negli ultimi 50 anni: siamo passati da 23 kg circa all'anno nel 1961 a 43 kg nel 2014. Un tale incremento ha fatto sì che la produzione di proteine animali sia cresciuta molto più velocemente rispetto alla popolazione mondiale: i ritmi di lavoro di questa industria alimentare sono aumentati di quattro o cinque volte dal 1961.
DIFFERENZE E FUTURO. La crescita dei consumi non è equamente distribuita nel mondo. In molte nazioni ad alto reddito è statica o persino in calo: alcune, come il Regno Unito, hanno già raggiunto il "picco" massimo di acquisto e stanno ora entrando in una fase discendente.
Nei Paesi ancora poveri il consumo di carne è rimasto basso e stabile, ma è in quelli emergenti e a reddito medio, come la Cina e altre nazioni asiatiche, che il fenomeno è in forte aumento: la scelta cade soprattutto su pollame e maiale.
(Il consumo di carne nelle diverse aree del mondo, espresso in milioni di tonnellate (dati FAO).
A QUALE COSTO? Questi effetti sono tristemente noti. L'allevamento di animali da macello è responsabile, da solo, del 15% del totale di tutte le emissioni di gas a effetto serra di origine antropica (anidride carbonica, metano, protossido di azoto). Inoltre, aspetto forse meno citato, il settore è responsabile della perdita di biodiversità, perché foreste e aree incontaminate cedono il passo a terreni a uso agricolo, in cui coltivare mangimi da destinare al consumo animale. Tutto ciò ha un impatto deleterio anche sulle risorse idriche: quasi un terzo del consumo d'acqua nelle attività umane è impiegato per l'allevamento di animali da carne, senza considerare le "cattive pratiche" che finiscono con l'inquinare le falde.
Da domani tutti vegetariani: che cosa accadrebbe?
SUL CORPO UMANO. Il rapporto si sofferma anche sugli effetti del consumo eccessivo di carne rossa o processata sulla salute - due in particolare: il rischio aumentato di cancro del colon-retto e quello di eventi cardiovascolari. Responsabili di queste conseguenze sull'organismo potrebbero essere il ferro, largamente contenuto nella carne, o i nitrati usati nella lavorazione, per esempio, degli insaccati.
Che cos'è la biodiversità
Per quanto presenti, tuttavia, i rischi per la salute sono meno rilevanti di quelli ambientali, affermano gli scienziati, che considerano anche quelli, poco indagati, dei sostituti della carne. «Si sono studiati poco i potenziali "contro" del minore consumo di carne», spiega Susan Jebb, docente di Alimentazione e Salute pubblica all'Università di Oxford a coautrice dello studio. «I benefici per la salute dipendono da cosa si sceglie per sostituire la carne. Rimpiazzarla con il formaggio oppure con le lenticchie, ha effetti piuttosto diversi.»
Scritto e pubblicato sul sito: Focus.it;
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