Finlandia, la premier propone la riduzione dell’orario di lavoro da otto a sei ore


La prima ministra finlandese, Sanna Marin, 34 anni, ha chiesto di tagliare l’attuale giornata lavorativa di otto ore e di portarla a sei, sostenendo che orari più corti potrebbero essere compensati da una maggiore produttività. Lo riferisce il quotidiano Helsinki Times. La richiesta è stata avanzata durante il discorso della premier di ieri sera al partito socialdemocratico di cui è stata nominata presidente. 

Marin aveva lanciato l’idea di una giornata di sei ore già prima di diventare premier ma ora ha bisogno di convincere gli altri quattro partiti della sua coalizione di governo per realizzarla davvero. 

Nel suo discorso Marin ha detto che il partito socialdemocratico deve lavorare con questo obiettivo: arrivare alla riduzione dell’orario per aumentare l’occupazione messa a dura prova dalla pandemia di coronavirus e migliorare al tempo stesso produttività e qualità lavorativa: «Dobbiamo sforzarci di migliorare la produttività del lavoro come società, come aziende e come dipendenti». 

Distribuire meglio la ricchezza 

«Un modo per distribuire equamente la ricchezza è migliorare le condizioni di lavoro e ridurre l’orario in modo da non compromettere i livelli di reddito», ha detto ancora Sanna Marin che ha ricordato i precedenti nel paese: «Quando la Finlandia è passata a una giornata lavorativa di otto ore e una settimana lavorativa di cinque giorni, in conformità con gli obiettivi dei socialdemocratici, ciò non ha portato a un crollo dei salari, ma al contrario i salari sono migliorati nel corso dei decenni». 

Lavorare sei ore, essere pagati per otto 

Marin ha anche indicato studi secondo i quali la riduzione dell’orario di lavoro comporta un miglioramento della produttività consentendo comunque ai datori di lavoro di pagare otto ore di stipendio per sei ore lavorative. «Ci saranno sicuramente delle sfide da affrontare, ma ciò non significa che non dobbiamo porci degli obiettivi audaci». Ha ricordato, poi, che l’epidemia di covid non ha influito solo sull’economia ma anche sulla sensibilità dei finlandesi che hanno riflettuto su ciò che considerano importante nella vita: «La salute, il benessere dei propri cari e della vita di tutti i giorni. Quando ciò che è normale e a cui siamo abituati è messo in discussione, abbiamo dovuto pensare alle nostre vite da un nuovo punto di vista».

Articolo del sito: corriere.it

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