Passaparola: La normativa anticorruzione anche a Reggio Calabria - di - Giuseppe Musarella ETHOS -





Nei primi giorni del mese di marzo appena trascorso, ci siamo permessi di chiedere ai Commissari del Comune di Reggio l’adozione del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione, così come imposto e previsto dalla c.d. “Normativa Anticorruzione” di cui alla L.190/2012 ed al successivo e conseguente D.Lgs. 33/2013. Da allora, sono successi tanti avvenimenti che, indipendentemente da Ethos e dalla simpatia o antipatia di cui è portatrice, impongono un’attenta, responsabile e conseguente presa di coscienza. Al di là delle responsabilità penali/personali e delle conseguenti determinazioni adottate dall’Autorità Giudiziaria circa la condanna di Scopelliti, sul cui merito non è possibile pronunciarsi visti gli altri gradi di giudizio cui verosimilmente si ricorrerà, i fatti emersi durante quel dibattimento, le frasi pronunciate dai protagonisti indiscussi degli ultimi 12 anni di gestione amministrativa comunale fotografano e confermano quanto riportato in tanti altri verbali processuali ed in altrettante relazioni e documenti redatti da Commissioni d’inchiesta e/o d’accesso che nel corso di questi anni hanno operato a Reggio. Se questo non fosse sufficiente a ritenere necessaria ed utile l’adozione del Piano Triennale di cui trattasi, i recenti dati statistici forniti dalle istituzioni a ciò preposte confermano la reale e drammatica condizione sociale ed economica in cui versano i Reggini; dati che ovviamente sono molto condizionati, forse generati, dal livello di corruzione e criminalità presenti in Città. Tuttavia, sempre ammesso che questo e molto altro ancora non fosse sufficiente, pochi giorni or sono anche Papa Francesco ha dichiarato chiaramente che la corruzione è il male da sconfiggere in Italia, perché “…il prezzo della corruzione lo pagano i poveri…”. L’ha detto il Papa. A ben pensarci, i buchi nei bilanci pubblici, i furti di beni e di soldi pubblici, gli sprechi di risorse pubbliche per oliare meccanismi corruttivi, al di là di pur nobili considerazioni etiche, si traducono, nella pratica vita quotidiana, in più tasse, più inquinamento, più sporcizia e spazzatura per le strade, meno acqua nei rubinetti domestici, meno assistenza ai più deboli, meno sanità, meno istruzione, meno sicurezza, meno lavoro, ecc., ecc., ecc. Certo, le parole del Papa non si riferivano alla recente storia della nostra Città, ma è innegabile che a Reggio si stia vivendo tutto ciò. Certamente siamo stritolati da tante forze malefiche, di cui la massoneria deviata e la ndrangheta sono le indiscusse regine, ma molto spesso, nella corruzione che esse generano, sguazzano anche disonesti dipendenti pubblici, dirigenti e non, che non sono ndranghetisti e non sono massoni deviati. Spesso, infatti, la stabilità di una famiglia, o la salute di una persona che sta male, o le necessità di un bambino o della sua giovane e sola madre (o padre) vengono calpestate e vilipese da questi infedeli e parassitari elementi. La trasparenza, l’efficienza, l’efficacia, l’economicità, l’eguaglianza, la responsabilità, il buon andamento e l’imparzialità della P.A. non sono semplici teoremi o principi giuridici, sono strumenti insostituibili ed indispensabili per garantire un presente ed un futuro dignitoso a chi vive oggi ed a chi nascerà domani. Sicuramente, tanto la normativa anticorruzione, quanto il bilancio sociale non rappresentano la soluzione di tutti i problemi, ma, a Reggio, rappresenterebbero l’inizio concreto e tangibile di una radicale e completa inversione di marcia. L’inizio di un cambiamento che, per proseguire, necessita della convinzione e della determinazione di tutti i Reggini di buona volontà.

       Il Portavoce
Giuseppe Musarella

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