Meridiano Sanità: l'Italia primeggia in salute, ma per salvarsi servono prevenzione e innovazione
Prevenzione più Innovazione, uguale Valore. Questa
l'equazione su cui deve puntare il sistema sanitario italiano, se vuole uscire
dalle secche delle disparità regionali e vincere la scommessa della
sostenibilità. Il messaggio arriva dal XIII Rapporto Meridiano Sanità,
elaborato da The European House-Ambrosetti e presentato oggi a Roma. Un Report
da cui l'Italia esce comunque, e a sorpresa, "bene": secondo il Meridiano
Sanità Index - elaborato ogni anno per fornire una valutazione
multidimensionale delle performance del Ssn in un confronto europeo -
considerando lo stato di salute della popolazione, il Paese passa dal terzo al
primo posto in Europa. Sotto la lente, aspettativa di vita, tassi di mortalità,
indice dei fattori di rischio per gli adulti e tasso di prevalenza
standardizzato per patologie croniche ad alto impatto. Decisamente meno bene, e
qui si accende la spia prevenzione, l'indice dei fattori di rischio per i
bambini, su cui occorre incidere, avvisano gli estensori del report, a
cominciare da stili di vita e abitudini alimentari e comportamentali.
I dieci anni di aspettativa di vita guadagnati dagli
italiani negli ultimi quarant'anni (si arriva a 83,3 anni pur se con netti gap
territoriali) - l'età esatta del nostro Servizio sanitario nazionale istituito
nel 1978 - sono infatti a serissimo rischio di essere rosicchiati dalle sfide
invecchiamento della popolazione, natalità ai minimi (7,6 per mille abitanti),
multimorbidità e antimicrobico resistenza (319 milioni di euro di costo attuale
stimato in Italia, in crescita potenziale fino a 1,8 miliardi nel 2050, escluso
un ulteriore +40% di costi non sanitari). Elementi che vanno governati, anche
in un'ottica di spesa sanitaria: le proiezioni al 2050 inquadrano un passaggio
del rapporto tra spesa sanitaria e Pil dal 6,6% attuale all'8,3%, cioè da 116
miliardi di euro a 213 miliardi.
E intanto, l'indice di mantenimento dello stato di salute
del Meridiano Index indica altri fattori critici: la capacità di risposta del
sistema sanitario italiano agli emergenti bisogni di salute, casi di
inappropriatezza delle prescrizioni e il livello delle risorse economiche a
disposizione della sanità, il più basso tra i Paesi-guida dell'Ue. La salute
migliore si registra nelle province di Bolzano e Trento (punteggio 9,4 e 9,1),
scende nelle Regioni del Sud Italia e tocca i minimi in Campania, con 2,7
punti. Quanto al "mantenimento" dello stato di salute, al top
figurano Emilia Romagna, Lombardia e Toscana. Nel complesso, l'indice di
mantenimento è maggiore nelle Regioni dove lo stato di salute è migliore,
fattore che preluderebbe a un aumento del divario tra Nord e Sud.
La ricetta prevenzione+innovazione. Da qui la ricetta
fornita da Meridiano Sanità per la corsa ai ripari, coniugando la spinta sulla
prevenzione e strategie di innovazione. Alla prevenzione l'Italia oggi destina
intanto appena il 4,4% delle sue risorse (5,1 miliardi di euro l'anno), mentre,
come ricordano gli estensori del Report, un aumento dell'1% dell'incidenza
della spesa in prevenzione sulla spesa sanitaria comporta in media una
diminuzione del 3,1% della spesa per prestazioni, dalle cure alla previdenza.
Guardando alla cronicità, alcuni studi stimano un impatto di 21 miliardi di
euro per le patologie cardiovascolari e di 19 miliardi di euro per i tumori.
Le proposte di Meridiano Sanità sulla prevenzione
- Realizzare campagne per informare correttamente i
cittadini circa le scelte di politica sanitaria in tema di prevenzione
vaccinale basate sulle evidenze scientifiche per affrontare il fenomeno della
diffidenza e del dissenso vaccinale.
- Migliorare, a livello organizzativo, il sistema di programmazione degli
interventi e quello per il monitoraggio dei risultati delle campagne vaccinali
e di screening. In particolare, accelerare l’implementazione di un’Anagrafe
vaccinale nazionale, utile per migliorare il processo di raccolta delle
informazioni relative a vaccino-vigilanza sugli eventi avversi; inserire nei
Lea indicatori sulle coperture vaccinali per tutti i vaccini inseriti nel Pnpv;
garantire in tutte le Regioni la chiamata attiva per i vaccini raccomandati e
gratuiti e per lo screening cervicale, mammografico e del colon-retto in modo
omogeneo tra Regioni e tra Asl della stessa regione.
- Attivare i piani Amr a livello regionale, con particolare riferimento
all’implementazione di strategie di controllo delle infezioni, sorveglianza,
attenzione alle buone pratiche assistenziali, implementazione di azioni di
antimicrobial stewardship, con particolare riferimento all’ambiente
ospedaliero, e sviluppo di protocolli standardizzati a livello regionale
sull’utilizzo corretto degli antibiotici, promozione delle vaccinazioni tra gli
adulti, i soggetti a rischio e gli operatori ospedalieri, formazione ed
educazione di personale sanitario e cittadini.
- Incentivare la ricerca e sviluppo di farmaci e vaccini, come richiamato anche
dall’Oms, per affrontare i meccanismi di resistenza dei batteri multiresistenti
e definire procedure che permettano un accesso più rapido da parte degli
specialisti agli antibiotici più innovativi.
- Individuare e diffondere le soluzioni più efficaci per la riduzione dei
fattori di rischio modificabili (sedentarietà, fumo, sovrappeso e obesità,
ipercolesterolemia, ipertensione, ecc.) delle patologie ad alto impatto, a
partire dalle malattie cardiovascolari, i tumori e le patologie metaboliche, con
riferimento sia ad azioni di prevenzione primaria, che secondaria.
- Rafforzare il ruolo - recentemente ribadito nella dichiarazione di Astana
dell’Oms - delle cure primarie in generale e della medicina generale in
particolare, per la promozione della salute e la prevenzione delle malattie
attraverso la definizione di percorsi individuali di prevenzione e presa in
carico dei pazienti.
- Adottare programmi integrati di prevenzione primaria e secondaria per ridurre
il peso delle patologie ad alto impatto, a partire dalle malattie
cardiovascolari e i tumori, con interventi su fattori di rischio e fattori
causali attraverso: maggiore educazione sugli stili di vita, diffusione di
profilassi vaccinali e implementazione di percorsi strutturati di follow up per
i pazienti ad alto rischio, utilizzando le terapie più efficaci, al fine di
ridurre il riacutizzarsi delle patologie e i costi correlati.
Le proposte di Meridiano Sanità sull'innovazione
- Accelerare l’organizzazione e l’attivazione, da parte delle Regioni, di
percorsi di presa in carico delle persone fragili, con patologie croniche e non
autosufficienti, ridefinendo i ruoli e le responsabilità degli operatori
sanitari in coerenza con le linee di indirizzo dei Piani nazionali.
- Il potenziamento dell’assistenza sanitaria territoriale ha l’obiettivo di
garantire la continuità dell’assistenza, prevedendo l’applicazione di Pdta
condivisi e costruiti con la logica dell’Health Pathway Design, ovvero
organizzando l’erogazione dei servizi e delle prestazioni in modo da
massimizzare il valore per il paziente, ossia il rapporto fra outcome e costi
riferibili al percorso (e non al singolo episodio di cura o alla singola
tecnologia).
- Promuovere e sostenere la ricerca clinica e il finanziamento
dell’innovazione. Da un lato occorre introdurre semplificazioni e
omogeneizzazione delle regole e dei processi della ricerca clinica in Italia,
con l’obiettivo di rendere il nostro Paese più attrattivo e competitivo e
diventare un hub a livello europeo. Dall’altro lato occorre ridurre e
monitorare i tempi di accesso all’innovazione tecnologica e farmacologica, in
modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, e prevederne un adeguato
finanziamento, attraverso mantenimento dei fondi ad hoc previsti per i
medicinali innovativi. È importante inoltre cogliere l’opportunità offerta
dalla digitalizzazione per la raccolta e analisi di big data in sanità, che
permetteranno di misurare gli outcome di salute e la valutazione del ritorno
dell’investimento in ottica di creazione di valore economico e sociale.
- Attivare una sperimentazione per ridurre le liste d’attesa utilizzando nuovi
modelli organizzativi e tecnologie digitali, in parte già previste nel Piano
della Sanità digitale.
- Ridefinire la governance della spesa farmaceutica adottando un approccio
olistico e value based, introducendo misure che possano correggere gli effetti
distorsivi del sistema del payback che si sono generati in questi anni
all’interno del sistema e che hanno creato forti criticità nel sistema di
regolamentazione. È necessario prevedere un meccanismo di compensazione dei
tetti (tetto spesa convenzionata 7,96% e tetto per acquisti diretti 6,89% per
un totale di 14,85%) applicato sia a livello centrale sia a livello regionale
con l’obiettivo di preservare le risorse destinate ai farmaci.
- Attivare un sistema di value based pricing, che tenga in considerazione ai
fini del rapporto costo-efficacia di una nuova tecnologia sia l’innovatività
terapeutica sia i costi evitati per il sistema sanitario con una prospettiva
nel medio termine di considerare anche i vantaggi derivanti per il sistema
sociale ed economico più ampio (costi previdenziali in primis). A questo
proposito l’attivazione della sperimentazione Aifa della valutazione in Real
Word Evidence dei costi evitati disposta dalla Legge di Bilancio 2018
rappresenta una ottima opportunità.
- Accelerare il processo di adozione della fatturazione elettronica come fonte
dei dati regionali di spesa per migliorare la correttezza e la completezza dei
dati di spesa regionali e il processo di programmazione della spesa e superare
i contenziosi tra aziende e autorità regolatoria.
Scritto e pubblicato sul sito: IlSole24Ore
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