La vita ha molti modi strani per insegnare cosa conta davvero

Storie che affrontano la malattia

Martedì 6 novembre, compio 40 anni. Sabato 10 novembre: ricovero per lesione ischemico-infartuale. Penso, va beh sono tre giorni che festeggio alla George Best. Ecodoppler, vene pulite; elettro cardiogramma, cuore di uno sportivo allenato (vero eh, ci sono i testimoni che hanno sentito). Allora vuoi vedere che la camminata in stile Jamiroquai ed il remake di Edward mani di forbice (Danilo mano…non proprio di forbice ma…di natura organica) che mi sono spuntate all’improvviso sabato mattina sono dovute a… 

Aspetta facciamo una risonanza magnetica, facciamone una con il contrasto, facciamo un esame del liquor (che ho scoperto che non si beve e ti tiene a letto dodici ore), facciamo un quindici giorni di ferie in neurologia. Sì, è lei. Beh, chiedo, se non è l’ ictus che mi hanno diagnosticato al pronto potrò riprendere a fumare e bere un gotto. 

Ciao, sono Danilo, faccio l’ agente di commercio, e ho la sclerosi multipla. 

E non è un’operazione di marketing per farsi compatire ed aumentare i fatturati. No no, mi hanno diagnosticato la sclerosi multipla. Come nel lavoro e nella vita, anche qui se non andrà bene in un modo bisognerà provarci in un altro. 

Ho capito cosa vuol dire avere paura, ma anche cosa vuol dire essere forte. Non posso dire, per fortuna, di stare male. Mi dovrò fare di ocrelizumab come cura, ho la certezza che dovrò conviverci forzatamente. Fa sorridere e fa compassione, lo capisco. Per alcuni è una sciocchezza, in tanti ci convivono, siamo tutti stanchi, eccetera. 

Ho letto da un “socio di SM” (cosi mi piace chiamare chiunque ci debba convivere) che ha capito che tutto nella vita può finire in un attimo ma ha imparato a riconoscere le persone che non lo abbandoneranno mai qualunque cosa succeda. 

Dicono che non si può sapere dove andare se non si sa da dove si viene (mi hanno adottato che avevo quattro mesi) ma penso che grazie alla marea di affetto ricevuta durante il ricovero, grazie al mio lavoro, grazie al Genoa, grazie alla musica e grazie alla voglia di scrivere questa strada la sto scoprendo. 

La vita ha dei modi strani per spiegarti cosa conta davvero. 

Se per caso avessi avuto dei dubbi dopo la morte di mio papà forse adesso l’ho capito veramente. E, come scriveva Terzani, vivo ora, qui, con la sensazione che l’universo è straordinario, che niente ci succede per caso e che la vita è una continua scoperta. E io sono particolarmente fortunato perché, ora più che mai, ogni giorno è davvero un altro giro di giostra. 

Danilo

(Scritto e pubblicato sul sito: giovanioltrelasm.it)

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