Chi ci vaccina contro l’inquinamento di aria, acqua e cibo?
Le campagne messe in atto dalle aziende
farmaceutiche per obbligare tutti a vaccinarsi per qualsiasi cosa sono
condotte per continuare a guadagnare enormi somme di denaro da aggiungere a
introiti già inimmaginabili. Faticosamente e contro forze soverchianti, medici,
esperti, volontari, genitori, persone che si informano attraverso una
letteratura scientifica ormai vastissima, cercano di mettere in guardia
sull'acclarata pericolosità dei vaccini e di rendere quantomeno libera la
scelta fra vaccinarsi o meno.
Che ci sia del marcio dietro e che le campagne
allarmistiche trovino eco nei media, spesso prezzolati dalla stesse
potenti multinazionali dei farmaci, è confermato dal fatto che, quando ci sono
casi di una o l’altra malattia che si presume siano derivanti da una non
vaccinazione, vengono ingigantiti a dismisura e si urla contro i nemici della
“scienza” che hanno l’ardire di pensare con la loro testa e vorrebbero
semplicemente essere informati correttamente.
Scienza che, va ricordato, viene presa a Dio indiscusso solo
quando serve gli interessi di chi deve fare profitti; se poi la stessa
scienza va contro gli interessi di quei profitti, allora non è più scienza,
non conta nulla e deve essere combattuta in tutti i modi.
Quindi, stranamente, sulle migliaia di morti che ci sono per
l’inquinamento dell’aria, dell’acqua, dei cibi non si alza nessun grido o
campagna a tappeto, né di informazione, né di altro tipo.
Altrettanto stranamente non scatta nessun “allarme epidemico” che invece dovrebbe esserci quando tante persone sono chiaramente a rischio e danneggiate. Ma se ci si preoccupa della salute, a maggior ragione ci si dovrebbe preoccupare di tante vite in pericolo. Quindi una domanda sorge spontanea: a quando i vaccini contro l’inquinamento che miete costantemente vittime a tutto spiano? Ovvio che non ci sarà né un vaccino, né una campagna mediatica nemmeno lontanissima parente della caccia alle streghe che si fa sui vaccini.
Altrettanto stranamente non scatta nessun “allarme epidemico” che invece dovrebbe esserci quando tante persone sono chiaramente a rischio e danneggiate. Ma se ci si preoccupa della salute, a maggior ragione ci si dovrebbe preoccupare di tante vite in pericolo. Quindi una domanda sorge spontanea: a quando i vaccini contro l’inquinamento che miete costantemente vittime a tutto spiano? Ovvio che non ci sarà né un vaccino, né una campagna mediatica nemmeno lontanissima parente della caccia alle streghe che si fa sui vaccini.
Eppure il problema anche solo numericamente è assai più
grave. Ci sono 90 mila morti l’anno in Italia per inquinamento
dell’aria, e altre migliaia di morti che si manifestano in cancri e
avvelenamenti vari dovuti al cibo che mangiamo e all’acqua che utilizziamo. E
se tanto mi dà tanto, ci dovrebbero essere titoli a caratteri cubitali e
coperture mediatiche per mesi interi su queste immani tragedie che colpiscono
così tanti italiani. Invece no, perché non ci sono lobby potentissime a
difendere tutti questi morti e malati; anzi, accade esattamente il
contrario: le lobby potentissime producono esse stesse inquinamento e
quindi si fa poco e niente.
I morti, i lutti, la disperazione di chi perde un caro,
devono avere tutte la stessa importanza. Quindi si cambi completamente
paradigma, si investano soldi, si facciano campagne mediatiche, si informi
capillarmente la cittadinanza, si puniscano i colpevoli di chi tutti i giorni
ci ammazza con i propri veleni e gli si impedisca di continuare a seminare
morte indisturbato, piuttosto che dare addosso a chi si ostina a non accettare
la sola versione di chi ha soldi e potere.
(Scritto e pubblicato sul sito: ilcambiamento.it)
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