Solitudine può aumentare rischio di infiammazione cronica
Solitudine e, soprattutto, isolamento sociale potrebbero
aumentare il rischio di patologie cardiovascolari, demenza, depressione e altre
malattie, infatti si collegano a aumento di infiammazione cronica in tutto
l'organismo.
Lo suggerisce
un'ampia meta-analisi condotta da esperti della Brunel University a Londra e
pubblicata sulla rivista Neuroscience & Biobehavioral Reviews, utilizzando
dati relativi a un totale di 30 studi già pubblicati su isolamento sociale e
solitudine.
L'infiammazione
cronica è stata collegata a diverse malattie, dal diabete ai disturbi
cardiovascolari. L'ipotesi dei ricercatori è che la solitudine e l'isolamento -
condizioni già più volte associate in passato a cattivo stato di salute e
aspettativa di vita inferiore - possano nuocere alla salute proprio favorendo
uno stato di infiammazione cronica.
Gli esperti hanno
visto che in tutti i dati esaminati l'isolamento sociale (e solo in parte la
solitudine) si associa ad aumentati valori di proteina C-reattiva (la cui
concentrazione nel sangue si misura di routine nelle analisi cliniche proprio
per valutare lo stato infiammatorio di un paziente) e fibrinogeno, una molecola
che favorisce la coagulazione del sangue.
Gli esperti
ritengono che l'isolamento sociale possa portare ad un aumentato stato di
infiammazione cronica per via dello stress associato alla condizione di
isolamento; il perpetuarsi di una condizione di stress, infatti, è stato più
volte associato a disfunzioni del sistema immunitario ed elevati livelli di
infiammazione.
Ma, concludono gli
autori, sicuramente l'isolamento sociale agisce contemporaneamente in
molteplici modi per compromettere la nostra salute.
Articolo tratto dal sito. ansa.it
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