Maltempo, l’Italia è senza un servizio meteo nazionale civile. Dopo 20 anni di rimandi nascerà (forse) nel 2019
L’Italia è uno dei pochi Paesi a non avere un servizio
meteorologico nazionale civile. Tutti lo aspettano da sempre e chi governa lo
ha messo in cantiere da venti anni, ma dal 1998 al 2017 si è andati avanti
a colpi di rimandi continui. Ora, mentre si contano i danni della forte ondata di maltempo,
all’orizzonte si intravedono i segni di novità positive.
L’agenzia pubblica ItaliaMeteo, la cui creazione era prevista nella legge di Bilancio dello scorso anno, potrebbe infatti entrare presto in funzione. Finora il suo ruolo è stato svolto in sostituzione dall’Aeronautica militare, mentre nel 2019 potremmo avere un centro unico di coordinamento di servizi meteo per tutti i settori civili in aggiunta al lavoro fatto dalla Protezione civile sul fronte dei rischi naturali. Durante l’ultimo congresso dell’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia (Aisam) a settembre 2018, infatti, il presidente del Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici, Antonio Navarra, ha detto chiaramente che il primo gennaio 2019 potrebbe essere la data di nascita ufficiale dell’agenzia.
L’agenzia pubblica ItaliaMeteo, la cui creazione era prevista nella legge di Bilancio dello scorso anno, potrebbe infatti entrare presto in funzione. Finora il suo ruolo è stato svolto in sostituzione dall’Aeronautica militare, mentre nel 2019 potremmo avere un centro unico di coordinamento di servizi meteo per tutti i settori civili in aggiunta al lavoro fatto dalla Protezione civile sul fronte dei rischi naturali. Durante l’ultimo congresso dell’Associazione italiana di scienze dell’atmosfera e meteorologia (Aisam) a settembre 2018, infatti, il presidente del Centro euromediterraneo per i cambiamenti climatici, Antonio Navarra, ha detto chiaramente che il primo gennaio 2019 potrebbe essere la data di nascita ufficiale dell’agenzia.
Un passo in avanti importante in un sistema che però,
sottolinea il presidente dell’Aisam, Dino Zardi, già funziona. Se infatti
lo studioso del Cnr Franco Prodi in un’intervista al quotidiano il
Mattino si è spinto a dire che “il sistema di previsione italiano è
completamente allo sbando“, l’Aisam ci tiene a smarcarsi. “A titolo
personale, e a nome dell’associazione che rappresento, mi dissocio completamente,
nella forma e nei contenuti, dall’intervista rilasciata dal professor Franco
Prodi. In Italia le previsioni offerte dai servizi preposti sono
già molto accurate e i dati climatici sono disponibili”, dice Zardi,
docente dell’università di Trento, a ilfattoquotidiano.it.
Un sistema frammentato
Oggi, a occuparsi delle previsioni a livello nazionale è il Servizio
Meteo dell’Aeronautica militare che però, sottolinea Carlo Cacciamani,
responsabile del Centro funzionale nazionale della Protezione civile, “ha il
compito specifico di istituto di occuparsi dell’assistenza meteo al volo
aereo“. Un coordinamento unicoesiste a livello proprio della Protezione
civile per la prevenzione dei rischi naturali, con il progetto anche di
unificare il sistema di comunicazione, come raccontato da ilfattoquotidiano.it a settembre
scorso.
Dieci anni di rimandi
La creazione di un sistema unico viene sollecitata da anni da scienziati,
associazioni e industria. Concretamente se ne parla da un decennio, ma
fino all’anno scorso tutto si è fermato a leggi e decreti rimasti nei cassetti dei
palazzi di governo. Prevista inizialmente nel 1998, l’istituzione del
Servizio meteorologico nazionale è stata rinnovata da una legge nel 2012.
Per avviarlo sarebbe stato necessario un decreto predisposto dalla Protezione
civile ed emanato dal Presidente della repubblica, passando attraverso il
Consiglio dei ministri. Ma se la prima ha rispettato il proprio compito, il
testo si è subito fermato all’anello successivo. “Non è facile fare
una diagnosi precisa dei ritardi, forse è mancata la vera volontà a
livello centrale di intraprendere un percorso coraggioso”, spiega Zardi.
Se per veder muovere qualcosa ci sono voluti dieci anni,
adesso Zardi ipotizza che “dal prossimo anno, quando l’Agenzia ItaliaMeteo sarà
pienamente operativa, potremo avere finalmente una struttura di coordinamento
unica e servizi climatici nuovi e più efficienti. La legge di
Bilancio 2017 ha stanziato dei fondi ed è una novità molto positiva,
anche se bisogna dire che al momento siamo ancora molto lontani dalle risorse che
Paesi come Francia, Gran Bretagna e Germania investono nella
meteorologia”.
Un argine al sensazionalismo
Non si tratterà comunque di ripartire da zero, ma piuttosto di coordinare
e integrare quello che già c’è di buono, considerando che a livello
locale e regionale molti servizi sono presenti. La speranza degli osservatori è
di arrivare anche a previsioni migliori di quelle attualmente
disponibili su molti siti online. “Oggi chiunque può improvvisarsi
meteorologo sfruttando l’interesse delle persone verso le previsioni. La
nascita dell’agenzia aiuterà sicuramente anche su questo fronte. A mio avviso
servirebbe comunque anche un ordine professionale, in modo che la professione
sia regolamentata al pari dei medici o degli avvocati”, dice
Zardi a ilfattoquotidiano.it.
Un allarme sulle previsioni meteo imprecise era
stato lanciato nel luglio 2016 anche dagli imprenditori della Fipe-Confcommercio,
a seguito di un fine settimana di magra per piogge annunciatema mai
verificatesi: “È tempo di dire basta ai professionisti improvvisati della
meteorologia e al circolo vizioso del sensazionalismo. Serve al più presto
l’istituzione di un servizio meteo nazionale”, aveva detto il vicepresidente
vicario Aldo Maria Cursano, arrivando a minacciare cause legali per
procurato allarme.
- Scritto e pubblicato sul sito: www.ilfattoquotidiano.it -
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