Elvio e l'ultimo saluto ai suoi due cani in ospedale
<<All’Ospedale di Imola lo «strappo» al regolamento: «Giusto umanizzare». La figlia ringrazia la struttura: «Speriamo che tanti altri malati possano provare la stessa emozione>>.
Forse Elvio sentiva di avere i giorni contati,
avvertiva che il tempo lo stava abbandonando. Chiedeva dei suoi due cani, Piero
e Gilda. «Voglio vederli». Lo chiedeva alle figlie Federica e Maurizia, ne
parlava con i dottori.
Elvio è morto giovedì in ospedale. Ma prima di chiudere per
sempre gli occhi, Piero e Gilda è riuscito a riabbracciarli, in una stanza
dell’ospedale, al quinto piano. I cani gli sono saltati addosso. L’azienda
sanitaria, con grande disponibilità, ha permesso alle figlie di accompagnare
gli animali dal loro padrone. Per l’ultimo saluto. §«Non riusciva a parlare
bene ma mi ha sussurrato che era felicissimo — racconta la figlia Maurizia —.
La gioia gliela leggevo sul volto, non ho avuto bisogno delle parole».
Un uomo anziano che muore felice perché in punto di morte
riesce ad abbracciare i suoi cani è un’immagine di estrema tenerezza. Tuttavia
in epoca social rappresenta qualcosa di più. Diventa racconto.
Alice Bonoli cura la comunicazione dell’ospedale di Imola.
Ha seguito molto da vicino la vicenda. «Parlando con la figlia ho capito che
aveva voglia di rendere la cosa pubblica. Anche Elvio era contento di poter
mostrare il suo legame con gli animali. Si è fatto fotografare, Maurizia ha
ripreso la scena anche in un video. Così ho postato la storia sulla pagina
Facebook dell’ospedale. Per renderla per quello che è, umana, calda.
Interessante. Ma mai avrei immaginato di ricevere cinque mila «like», 432
commenti e 1.057 condivisioni. Significa che potenzialmente 150 mila persone
possono aver letto il post».
Maurizia ha dodici gatti. Uno è morto da poco. Ora è lei che
si prende cura di Piero e Gilda. La sua voce ogni tanto si perde nel silenzio.
È emozionata. Molte parole le spende per ringraziare i dottori e gli infermieri
dell’ospedale. «Sono stati gentili, sensibili e disponibili. Quando hanno
saputo dei cani si sono dati da fare per realizzare il desiderio di papà».
L’ospedale di Imola dal 2015 si è dotato di una procedura
che permette, in casi particolari, l’accesso di animali domestici in alcune
zone della struttura. Secondo tale procedura medici e responsabili della
logistica hanno il compito di individuare il locale adatto e il percorso che
dovrà fare l’animale. Ai familiari del paziente si chiede di presentare i
certificati dei veterinari.
Elvio ha aspettato i suoi cani al quinto piano. Piero e
Gilda sono stati fatti passare da un corridoio e hanno preso l’ascensore
utilizzato dal personale che si muove negli spazi cosiddetti «dello sporco»,
quelli dove si trasportano lenzuola, cibo consumato, biancheria varia, oggetti
per effettuare le pulizie.
Elvio non riusciva più a star seduto. L’ictus lo ha colpito
duramente. Uno dei due cani (Piero) lo aveva preso da un canile sette anni fa.
Lo seguiva ovunque. «Mio padre aveva una piccola impresa, era un muratore,
lavorava ancora nonostante i suoi 86 anni. Camminava, si spostava in
continuazione e come un’ombra dietro c’era sempre Piero — prosegue nel racconto
la figlia — . In ospedale stava ancora bene, nessuno poteva immaginare quello
che sarebbe successo di lì a poco». Elvio ha rivisto i suoi cani. E dopo alcuni
giorni il suo cuore s’è fermato.
Scritto e pubblicato sul sito: ilcorriere.it
Commenti
Posta un commento