RIFLESSIONE DOMENICALE #33: "Non sciupiamo questo tempo"


di Peppe Cotroneo - Siamo tutti impauriti e terrorizzati da questa pandemia. Come dicevo per gli auguri di Pasqua, il Covid-19 sta resettando il mondo intero. Qualche mese fa era impensabile una realtà simile, dove nemmeno più una stretta di mano è consentita e dove la solitudine sembra l'unico modo per abbattere questo male che aleggia indisturbato nell'aria.

Abbiamo visto delle scene terribili, che rimarranno indelebili nelle nostre menti, come i cadaveri trasportati dall'esercito, di gente disperata che ha perso il lavoro, e purtroppo anche un'infinita solitudine. 

Molta gente all'inizio dell'epidemia, ha reagito in diversi modi: chi suonava da una terrazza, chi ballava sul balcone, chi insegnava ai più piccoli il nostro inno nazionale, sventolando con orgoglio la nostra bandiera italiana. 

L'opinione pubblica all'improvviso ha riscoperto la passione e il sacrificio dei miei colleghi infermieri, dei medici e di chi forse era stato dimenticato, come i lavoratori dei generi alimentari o quelli delle imprese di pulizie all'interno degli ospedali, dei netturbini, dei postini, degli edicolanti, ecc..

Finalmente forse il nostro paese, ha capito che si può anche lavorare da casa, attuando lo smart working. Pensate che giorni fa ho chiamato la mia compagnia telefonica e come sotto fondo, mentre parlavo con l'operatore, sentivo la voce di un bambino, e questa cosa mi ha messo allegria e nello stesso tempo mi ha emozionato, perchè sapere che un padre mentre lavora si prende nello stesso tempo cura del proprio figlio, è stupendo, è rivoluzionario. 

Abbiamo bisogno di più tempo per noi e per i nostri cari. Dobbiamo lottare per questo cambiamento culturale! 

Il tempo è qualcosa che nessuno ci può restituire, quindi non dobbiamo sciupare nemmeno un attimo, perchè ogni istante che si vive insieme, vuol dire arricchirci di quello che c'è di bello nell'altro

Dobbiamo cogliere l'occasione per sensibilizzare il governo, i nostri datori di lavoro e le parti sociali, a darci la possibilità di vivere meno tempo a lavoro e molto più tempo a casa, per la famiglia e per coltivare le nostre passioni. Con questo non voglio dire che non bisogna lavorare, ma dare il giusto peso al lavoro, mettendo al primo posto la cosa più grande: i rapporti umani! 

In questi giorni vi sono state voci di alcuni assurdi "politici" che pressano affinché tutto venga riaperto al più presto. Ma è più importante la produttività o la salute pubblica? 
Lo Stato deve fare con forza la sua parte e credo sinceramente che lo stia facendo con grande determinazione, tutelando il popolo italiano, pensando soprattutto al bene comune. Spero non venga escluso nessuno e si pensi veramente all'introduzione in Italia e nel mondo di un reddito universale.  

Il mio un pensiero per molti sicuramente non sarà condivisibile, ma credo fortemente che un mondo migliore sia possibile, perchè la vita vale di più del denaro e del successo a tutti i costi. 
Non voglio ringraziare il virus per questa situazione, ma voglio cogliere ciò che questo virus forse ci sta insegnando: <<la semplicità delle cose e la concretezza nella nostra quotidianità>>

In questo tempo ci siamo riscoperti panettieri, pizzaioli, artigiani, imbianchini, pasticceri, baby sitter a tempo pieno, abbiamo riassaporato il piacere di ascoltarci, di vedere un film insieme a chi vuoi più bene, abbiamo intensificato le video chiamate con i nostri parenti più lontani, siamo adesso più attenti magari al nostro vicino che ha bisogni anche di un semplice saluto per sentirsi vivo in questa società, dove purtroppo la fretta e il menefreghismo, sembrano l'unico motore di questo mondo inarrestabile e cinico. 

Penso invece che inarrestabile deve essere la nostra voglia di stare bene e di rendere ogni momento unico, come è unica la vita di ognuno di noi.

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