Il Natale consumistico dei giorni nostri
Il Natale ad esempio inizia a novembre con il Black Friday
dove la corsa al consumo viene accelerata ai massimi livelli fino a raggiungere
l’apoteosi natalizia. Case già strapiene di qualsiasi cosa che a Natale
devono riempirsi ulteriormente di oggetti, una buona percentuale dei quali
verrà buttata velocemente, perché non piace, perché non utile, perché
superflua, perché ne abbiamo già.
Un’altra parte verrà messa in un cassetto e
mai più tirata fuori. E il tutto confezionato da infiniti imballaggi che finiranno
nelle discariche, negli inceneritori e nel mare pattumiera mondiale. Regali per
la cui produzione e viaggio fino a noi si sono prodotti inquinamento e spreco
di risorse. Inquinamento che già è ai massimi livelli normalmente e nel periodo
natalizio supera ogni soglia e regala distese di rifiuti che traboccano dai
cassonetti come segno indelebile della nostra indubbia civiltà superiore.
Nelle abbuffate fra Natale e Capodanno, nelle case di
famiglia e nei ristoranti dell’italica nazione, dove si dice che si muoia di
fame, si sprecheranno tonnellate e tonnellate di cibo acquistato e proveniente
da chissà dove, prodotto con chissà quali veleni.
Si faranno ore di coda per andare a vedere mercatini di
Natale di oggetti rigorosamente made in China e intanto nelle città lo stress
aumenta con l’avvicinarsi dell’ora X, con liste di persone a cui regalare
assolutamente qualcosa, altrimenti si offendono. Come se il regalo di qualcosa
a chi ha già tutto fosse un segno di vero affetto, mentre lo sarebbe l’esatto
contrario: cioè, visto che hai già tutto, ti alleggerisco un po’ e non ti
regalo niente, quindi ti faccio un favore di cui mi sarai grato e ti dimostro
così quanto tengo a te.
E se volete davvero regalare qualcosa, regalate il tempo ai
vostri cari, merce ormai più preziosa dell’oro, regalate qualcosa fatto da voi,
prodotto dal vostro giardino o orto. Regalate una poesia, una canzone, una
vostra qualsiasi creazione, una storia scritta proprio da voi stessi, dove ci
avete dedicato tempo, cervello e anima. Stupirete i vostri parenti e farete un
figurone. Regalate qualcosa anche di immateriale ma utile, dal grande
significato, che rimarrà nel cuore e nella mente degli altri più di un prodotto
che verrà dimenticato più o meno velocemente. Ma il miglior regalo fatelo alla
madre di tutti noi, quella natura che stiamo riempiendo di rifiuti e di cui
stiamo saccheggiando tutte le risorse possibili e immaginabili. Lasciatela
vivere il più possibile in pace, perché se non vive lei, non viviamo nemmeno
noi.
E quindi alla fine, come al solito da bravi “moderni ed
evoluti”, anche in queste feste sprecheremo soldi, cibo, carburanti e tempo per
partecipare al sacro rito del consumo che non può arrestarsi altrimenti
l’economia non cresce e i lavoratori nelle fabbriche di spreco e inquinamento
vengono licenziati. Quindi bombardati dal terrorismo della fame e dei
licenziamenti, dobbiamo assolutamente continuare fino a quando arriveremo
davvero alla fame e ai licenziamenti di massa e allora forse chissà, faremo
qualche ragionamento utile. Fino a quel momento non preoccupiamoci di nulla e
stappiamo lo spumante mentre l’orchestrina suona sul Titanic.
Buon Natale a tutti voi!
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