Sua Santità l’Automobile, sacra e inviolabile
In Italia il governo, per iniziativa del Movimento 5 stelle,
voleva adottare un (timido) provvedimento per penalizzare le auto più
inquinanti e favorire quelle meno inquinanti. Non sia mai! Urla e strepiti del
blocco progressista, cioè tutti quelli che da Salvini al PD, dagli imprenditori
al sindacato, pensano che qualsiasi provvedimento anche se minimo che possa
salvaguardare l’ambiente sia una terribile minaccia alla gloriosa marcia del
progresso inarrestabile e indiscutibile. Toccare poi l’automobile per
l’Italiano è come toccargli la mamma, quindi non se ne parla proprio.
Figuriamoci se si rischiano i voti di un esercito di
automobilisti essendo l’Italia fra i primi paesi al mondo per numero di vetture
pro capite. Per intimare una marcia indietro al provvedimento di riduzione
minima di inquinamento sono state tirate fuori le tesi più assurde. Poichè le
macchine Fiat sono tra le più inquinanti, si è gridato all’attacco del made in
Italy. Un made in Italy, quello della Fiat, che non ha più nemmeno sede in
Italia e di Italy non ha praticamente più nulla.
La Fiat che fa delle auto che hanno pessimi risultati ai crash test Euro NCAP, sia per i
modelli più datati e più venduti come la Panda, sia per quelli nuovissimi come
la Jeep.
La Fiat che punta su automobili che consumano tanto e
modello-carro-armato, come la jeep appunto.
La Fiat che mai ha puntato su auto a basso consumo o
migliorative dal punto di vista ambientale. Quindi l’Italiano, rifiutando
provvedimenti che riducono l’inquinamento, si illuderà di proteggere un falso
made in Italy che fabbrica auto che consumano tanto, hanno miseri risultati ai
test di sicurezza e costano tantissimi soldi nell’acquisto e nel mantenimento;
alla faccia dell’Italy!
Un paese che ogni anno ha decine di migliaia di morti
per l’inquinamento, migliaia di morti e feriti per incidenti stradali,
dove le città sono ormai camere a gas con continui sforamenti di
inquinanti, già decretati per legge a livelli altissimi, e dove proprio nei
giorni della proposta del timido provvedimento il nord Italia era sotto una
cappa di smog estrema sperando che vento e pioggia portino via tutto, così come
si fa quando la polvere la si mette sotto il tappeto.
In un paese in queste condizioni tragiche vengono contestati
anche minimi miglioramenti, laddove invece servirebbe una logica complessiva di
cambiamento. E pensare che basterebbe che anche solo in qualche città si
facesse sul serio e si attuassero reali piani di mobilità sostenibile e non le
inefficaci targhe alterne o le domenica senza auto.
In Europa esistono quartieri, città intere, capitali di
Stati che hanno sistemi combinati di mezzi pubblici, bicicletta e utilizzo
collettivo delle auto e che riescono a ridurre drasticamente l’uso delle
vetture private. Potremmo farlo in tantissime città anche da noi,
informando e facendo partecipare la popolazione, così da dimostrare che si può
usare molto meno l’automobile senza che vengano infarti a nessuno. E inoltre si
dimostrerebbe all’italiano, che si lamenta costantemente di essere alla fame,
che senza possedere un'auto, o usandola poco e magari in condivisione, si
risparmiano tantissimi soldi di manutenzione, carburanti, assicurazione, ecc .
Per cambiare veramente in meglio la situazione ci vorrebbe
un po’ di coraggio, la lungimiranza, le idee e basterebbe anche solo
copiare dalle città straniere. Ma la paura dell’elettore motorizzato è tale che
si fa poco e niente, si rimanda costantemente il problema e intano si continua
a morire silenziosamente. E proprio su di un fatto gravissimo come
quello di vivere in camere a gas cittadine si dovrebbe sollecitare la
mobilitazione della gente. Invece no, si va avanti come se nulla fosse in
ossequio a sua santità l’automobile, che vince sempre e si fermerà solo con la
fine dei combustibili fossili che speriamo avvenga presto, unica nostra reale
speranza di cambiamento.
Scritto e pubblicato sul sito: ilcambiamento.it
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