Disabilità, modificare il reddito di cittadinanza: "Chi prende la pensione di invalidità non è ricco"


Iacopo Melio

Cinque proposte concrete e "a costo zero". Cinque emendamenti alla legge sul reddito di cittadinanza: un provvedimento che, nonostante le promesse, non tiene conto di chi è diversamente abile. È questa la nuova sfida lanciata da Iacopo Melio, il ventiseienne di Cerreto Guidi (in provincia di Firenze) fondatore della onlus #Vorreiprendereiltreno, nominato Cavaliere dell'ordine al merito dal presidente Mattarella lo scorso dicembre. "Dovevano abolire la povertà, ma più che altro sembra abbiano rimosso la disabilità" denuncia Melio, che per questo motivo ha deciso di lanciare una petizione online al grido di "Apriamo gli occhi". Petizione che da oggi, giovedì 21 febbraio, è possibile firmare su Change.org.

Non un appello indefinito, ma un elenco di cinque richieste specifiche per le quali "nessuno può dire che non ci sono i soldi", spiega Melio. "Abbiamo scelto di concentrarci sul tema del reddito e delle pensioni di cittadinanza perché è soprattutto su questo che tanti si rivolgono alla nostra onlus per avere informazioni", racconta il promotore della campagna. Un atto necessario, perché "con l'ultima manovra non solo non si fa nulla per migliorare la vita dei disabili - attacca Melio - ma anzi si torna indietro".

In particolare, nella petizione si chiede che possano far richiesta della pensione di cittadinanza (attualmente riservata ai soli over 67 che vivono soli o con un'altra persona di età avanzata) anche quegli ultra 67enni che convivono con un figlio maggiorenne non autosufficiente o con disabilità grave. Non solo: al punto quattro si propone di escludere dal calcolo dell'Isee familiare i trattamenti assistenziali erogati a chi è diversamente abile. Allo stato attuale infatti, anche le pensioni di invalidità rientrano nel calcolo del reddito familiare: reddito che, per avere diritto alla pensione di cittadinanza, non può superare (nel caso di una famiglia di tre persone) i 10mila e 800 euro. "Siamo al paradosso per cui se uno prende la pensione d'invalidità è ricco e quindi non ha bisogno del reddito di cittadinanza", osserva Melio.

Il testo della petizione, stilata dall'associazione #Vorreiprendereiltreno con la consulenza dei giuristi di Handylex (una piattaforma che studia la legislazione relativa alla disabilità), continua poi con altre tre richieste. Si chiede di aumentare la soglia di patrimonio finanziario sotto la quale non si ha diritto al reddito a settemilacinquecento euro per ogni figlio con disabilità media e a diecimila euro per ogni figlio con disabilità grave o non autosufficiente. Ma anche di rivedere la "scala di equivalenza" (un criterio matematico con cui viene  "pesato" il numero dei componenti familiari) in senso più favorevole a chi è diversamente abile. E, infine, di concedere le agevolazioni previste dalla norma sul reddito di cittadinanza alle sole aziende che siano in regola con la legge 68 del 1999: cioè quel provvedimento che prevede per le grandi aziende l'assunzione di parte del personale disabile.

"Ci sarebbe tanto altro da fare - sottolinea Iacopo Melio - ad esempio sul tema della vita indipendente, del dopo di noi. Ma abbiamo deciso di concentrarci su questi piccoli accorgimenti, che però cambierebbero la vita di tante persone". La petizione è già stata sottoscritta da diversi personaggi pubblici, tra cui Cecilia Strada di Emergency, Marco Furfaro e Giuseppe Civati.

(Scritto e pubblicato sul sito: repubblica.it)

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