Non esiste più la classe dei lavoratori, ma solo la classe dei consumatori
Ancora oggi ci sono alcuni nostalgici o sedicenti
pittoreschi filosofi rimasti fermi all’Ottocento, che parlano di lotta di
classe senza nemmeno rendersi conto di quanto sia inverosimile un'affermazione
del genere. Forse non si sono accorti che quelli della classe che doveva
cambiare il mondo, in gran parte erano e sono interessati esclusivamente al
loro tornaconto. I nemici di classe di una volta, cioè i cosiddetti
padroni, hanno capito che all’operaio, al lavoratore, bastava mettergli una
televisione davanti agli occhi (oggi un cellulare nella tasca) e fargli vedere
come era bello partecipare all’orgia del consumo; e la battaglia era
presto vinta.
Così, i grandi valori, le grandi parole, i grandi sogni sono
stati svenduti per misera paccottiglia con cui riempirsi le case. Purtroppo
però, riempirsi le case di oggetti ha la non indifferente conseguenza di
distruggere l’ambiente, che mai avrebbe potuto essere così tanto devastato se
non avesse avuto i fedelissimi servitori dei padroni che, obbedendo ai loro
ordini, hanno anteposto sempre il posto di lavoro, cioè i soldi, addirittura
alla loro stessa salute e all’ambiente che li circonda.
Itanti obbedienti esecutori, a qualsiasi rivendicazione di
chi ha a cuore salute e ambiente hanno sempre risposto con ferocia, facendo
assieme ai loro sindacati i migliori cani da guardia di quei padroni
stessi che un giorno ormai lontanissimo erano appunto il nemico di classe.
Basti pensare alla TAV in Val di Susa, dove il sindacato è
ovviamente compatto nella distruzione del territorio in cambio dei famosi posti
di lavoro. Come se per creare lavoro si dovesse sempre e comunque sacrificare
salute e ambiente, mentre invece è ormai ampiamente dimostrato l‘esatto
contrario.
La regia di questa scellerata involuzione l’hanno assunta
gli intellettuali, gli scrittori, i giornalisti e ovviamente i
rappresentanti politici dei lavoratori che si sono attivati alacremente per
utilizzare quelle masse esclusivamente per i propri interessi portandoli alla
fine a difendere e servire proprio quel potere che anticamente era la
controparte.
Sono innumerevoli i giornalisti, gli intellettuali, gli
scrittori, i politici che hanno le loro radici e la loro formazione culturale
di “sinistra” e che oggi sono diventati fra i peggiori e più convinti
sostenitori di partiti e datori di lavoro che hanno il solo Dio Denaro come
stella polare. Nei curriculum di questi personaggi è quasi sempre sicura
la frequentazione passata di giornali e pubblicazioni “comuniste”, le gesta di
passate battaglie di gioventù, il tutto svenduto per quattrini, carriere e
posti sicuri. Gli ex contestatori sono diventati formidabili menti di
venditori, utilizzando la loro cultura e creatività a favore della vendita di
milioni di prodotti superflui che fanno guadagnare il padrone e sbavare il
servo.
Così, grazie a questa allegra compagnia fatta di padroni e
loro servitori, come sempre le vittime sono l’ambiente, la salute mentale e
fisica delle persone stesse. Ed è importante ribadire che qui non si sta
parlando della sopravvivenza, cioè non si sta parlando del lavoratore costretto
a prostituirsi per poter sopravvivere, perché il lavoratore/consumatore non
sopravvive ma spreca.
Il consumatore vive in una società in cui l’opulenza e il
buttare i soldi in ogni modo è a livelli vergognosi. Così vergognosi che se c’è
qualcuno che viene da chissà dove a mendicare briciole, le stesse ex classi
lavoratrici e operaie, laddove ieri votavano i partiti di sinistra, oggi si
schierano con il peggiore razzismo che invoca la cacciata con ogni
mezzo di qualsiasi eventuale intruso nell’orgia quotidiana di spreco assoluto.
Spreco vomitevole di soldi, di cibo, di energia, di acqua.
E nessuno spiega,
tantomeno i partiti dell’ex classe lavoratrice che si considerano di sinistra,
che la strategia in atto è una guerra fra simili dove vince chi dall’alto muove
i fili e fa ballare i burattini. Questa mutazione genetica dei
lavoratori a forma di dollaro-euro e loro pseudo rappresentanti
politici, intellettuali, giornalisti, ecc. ha avuto e ha come risultato il
fatto che esiste una sola e unica classe a cui ogni lavoratore (operaio o meno
che sia) tende, cioè quella dei consumatori, dove non esiste nient’altro che il
guadagno, l’acquisto e l’accumulo in un mondo ridotto a discarica. E dove non
possono esserci valori in chi considera il mondo una cloaca e i suoi simili
persone da ingannare sempre e comunque nella lotta per arraffare, mentre
dall’alto se la ridono abbondantemente vedendo i presunti poveri che non
assaltano i panifici ma i negozi di elettrodomestici o quelli di abbigliamento
di marca.
Solamente una coscienza senza classi che salvaguardi il
nostro pianeta e i nostri simili ci può dare un vero sole dell’avvenire, un
domani in cui vivere.
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