Eletto un sindaco non vedente: “Basta pregiudizi, i disabili devono mettersi in gioco ed essere protagonisti”
A diventare primo cittadino del comune di Lierna, 2 mila
abitanti circa in provincia di Lecco, è il 58 enne Silvano Stefanoni: "È
stata un'emozione incredibile perché i miei concittadini, dandomi
fiducia, hanno guardato al mio operato d'amministratore degli ultimi dieci
anni e non alla mia disabilità visiva".
“Basta con i pegiudizi, i disabili devono
mettersi in gioco, per essere protagonisti e non più solo
spettatori”. Silvano Stefanoni, non vedente e neoeletto
sindaco di Lierna, in provincia di Lecco, ha obiettivi
chiari per velocizzare il processo d’integrazione delle persone disabili nella
società. Non è la prima volta che una persona non vedente viene eletta
Sindaco di un Comune italiano, ma si tratta comunque un caso comunque raro.
Lui, 58enne, con la sua lista “Noi per Lierna” ha
vinto con 507 voti nel piccolo Comune del lecchese che conta circa 2mila
abitanti. “È stata un’emozione incredibile – commenta a Ilfattoquotidiano.it
– perché i miei concittadini, dandomi fiducia, hanno guardato al mio
operato d’amministratore degli ultimi dieci anni e non alla mia disabilità
visiva. Basta pregiudizi, dobbiamo valorizzare le risorse umane”.
Il nuovo primo cittadino, già vice-sindaco uscente e
assessore del comune lecchese, alla guida di una lista civica appoggiata
dalla Lega, dedica il successo alla moglie Paola. “Ho costruito una
squadra elettorale fondata sul rispetto verso tutti e su questa strada
intendiamo proseguire. Stiamo vivendo un momento storico più sensibile
all’ascolto delle diversità: per fortuna la cultura del costo sociale
della disabilità, dei pregiudizi e degli stereotipi sta lasciando il posto
a quella della valorizzazione della risorsa umana, in grado di
offrire sempre più possibilità d’esprimere una cittadinanza attiva a tutti,
senza discriminazioni. Credo in particolare nei giovani –
aggiunge Stefanoni – che se educati a convivere e dialogare con i coetanei con
diverse condizioni di vita da piccoli, meglio riescono a rendere naturali quei
concetti di inclusione universale e fruibilità degli spazi”.
Impegnato nel sociale e difensore dei diritti per le persone
con disabilità, negli anni ha incoraggiato sul territorio liernese diverse
manifestazioni coinvolgendo le associazioni di volontariato locali. Stefanoni
sostiene il passaggio da una solidarietà della comprensione e
dell’assistenzialismo a quella del rispetto della persona e della
lungimiranza nel saper vedere in ogni individuo le sue potenzialità,
offrendogli però, con strumenti adeguati, la possibilità di dare il proprio
contributo attivo alla comunità. Secondo il nuovo primo cittadino di Lierna, “i
disabili devono mettersi in gioco, per essere protagonisti e
non più solo spettatori nel lento, ma costante, processo di inclusione nella
società. Spesso, erroneamente, si giudica il mondo della disabilità molto
lontano da ciascuno di noi e invece per centinaia di migliaia di persone è un
aspetto assai vicino. L’invisibile e sconosciuto suscitano sempre timori e
paure. Al contrario, ciò che si conosce riesce a raccogliere stima e giudizi
favorevoli”.
Oltre alle difficoltà derivanti dall’amministrazione di un
Comune, seppur piccolo, Stefanoni dovrà anche affrontare degli ostacoli di tipo
tecnico per svolgere correttamente e a pieno il proprio compito di primo
cittadino. “Le problematiche sono molteplici e ovviamente non tutte legate alla
disabilità. La prima e principale è comunque quella di far comprendere che non
ci vedi, ma sei in grado d’ascoltare, capire e decidere. La seconda difficoltà,
di tipo pratico, è quella legata all’accessibilità dei siti e dei documenti
della pubblica amministrazione. Nonostante la legge Stanca (che
favorisce l’accesso dei disabili agli strumenti informatici, ndr) sia
in vigore dal 2004, spesso le amministrazioni e i fornitori di servizi non la
rispettano e, di conseguenza, le successive richieste di modifica dei software
hanno costi aggiuntivi e tempi di realizzazione a lungo
termine”.
Il primo cittadino dice di voler far rispettare le normative
sull’abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici in
costruzione e nei quartieri in riqualificazione e prestare particolare
attenzione anche sugli edifici in ristrutturazione. “Il contributo sociale di
chi vive una condizione di disabilità, spesso più avvezzo alla resilienza, al
dialogo empatico ed a una maggiore concentrazione nello svolgimento del
proprio compito – conclude Stefanoni -, favorisce giorno dopo giorno la
crescita di una società più umana, più equa e più a misura di tutti”.
(Scritto e pubblicato sul sito: ilfattoquotidiano.it)
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