RIFLESSIONE DOMENICALE #20: "Il sistema sanitario nazionale deve cambiare"
<<In questa ventesima domenica di riflessione, voglio mettere alla vostra attenzione un problema purtroppo ormai troppo frequente, la mala sanità e il declino del sistema sanitario nazionale (SSN).
Questo argomento mi colpisce molto, perchè essendo un infermiere, e lavorando presso una struttura pubblica, la cosa mi riguarda molto, perchè credo fortemente che la sanità è un diritto di tutti e deve essere erogata gratuitamente ed essere molto più efficiente, senza pensare al bilancio, ma alla cura dei cittadini. Il privato deve restare tale, senza prendere un centesimo dallo Stato Italiano>>.
Lottiamo tutti insieme per una sanità pubblica ed efficiente.
Buona riflessione e buona domenica!
Peppe Cotroneo
Sanità, per salvare il pubblico dal privato bisogna
abbattere le liste d’attesa
Il nostro sistema sanitario è minato da tempo da corruzione
e malaffare. Roberto Formigoni, quando era presidente della
Regione Lombardia, diceva che il sistema lombardo era il migliore d’Europa:
certo, forse per lui ed i suoi compari che hanno organizzato il sistema privato
di accreditamento senza alcun controllo e nel loro interesse. Se a Milano ed in
Lombardia i migliori ospedali sono privati, come il San
Raffaele, è difficile poter accedere a servizi di livello in quei luoghi
“speciali” semplicemente con la mutua. Ma quel che è peggio che i
cittadini non capiscono che devono tutti salvaguardare il sistema pubblico
perché se esso dovesse scomparire anche quelli che hanno la fortuna di essere
coperti avranno premi assicurativi sicuramente più alti. Pensiamo poi ai
milioni di italiani che invece una assicurazione non potrebbero permettersela:
come già avviene in fasce di persone, rinunceranno a curarsi.
E’ di questi giorni la notizia dell’arresto di diversi
medici di Bergamo per aver scelto di effettuare visite private
all’interno di strutture pubbliche, riducendo il numero di quelle
mutualistiche, e di farne anche in strutture private esterne riducendo così il
guadagno di quelle pubbliche per le quali venivano pagati. Una frode ai danni
del Sistema Sanitario Nazionale di 950mila euro!
Occorre cambiare questo sistema in cui il privato ormai
occupa più del 50% delle esigenze di salute. Occorre un sistema di
controlli a campione sui pazienti e non sulle cartelle cliniche o sul cartaceo.
Occorre non utilizzare il medico di famiglia come controllore solo perché lo
Stato non è in grado di controllare e che i cittadini tutti, a cominciare dai
medici, non rispettano le regole, ancor più importanti in un sistema in cui la
salute e la malattia sono la base della vita.
Il privato vince soprattutto nella gestione delle liste
di attesa per visite, esami e interventi. Occorre proteggere prima il
sistema pubblico ed obbligare il privato ad avere, in un sistema concorrenziale
equilibrato, gli stessi oneri ed onori. Non serve l’impegno di avere previsto nella
prossima finanziaria un nuovo esborso di 350 milioni di euro solo per
ridurre le attese. Prendiamo ad esempio la Casa di Cura San Pio X di
Milano accreditata con il Sistema Sanitario Nazionale: non ha un pronto
soccorso, esiste un programma per sviluppare soprattutto Ginecologia e
Ortopedia grazie ai rimborsi regionali alti e perché spesso i medici sono
“stimolati” alle visite private con sacrificio di quelle mutualistiche. Non ho
nulla contro questa clinica, anzi sono certo che ci lavorano tanti bravi medici,
ma non mi pare giusto che la direzione possa decidere chi e quanto curare nel
silenzio della Regione.
D’altronde tutti i grossi gruppi sanno che conviene
investire in sanità, senza controlli seri. Come De Benedetti con la sua Kos: spiega
Investire Oggi, “Anche perché la spesa sanitaria privata è in
significativa crescita, laddove ha in parte sostituito la spesa pubblica per
alcune prestazioni (prevalentemente ambulatoriali) a seguito dell’incremento
del ticket sanitario e dell’allungamento dei tempi di attesa nelle strutture
pubbliche”.
Quindi come iniziare a ridurre le liste di attesa senza
spendere di più?
– Togliendo il convenzionamento se non si rispettano le
regole. Parità di guadagni a parità di prestazioni. Invito la
ministra Giulia Grillo a controllare i numeri delle liste di attesa nel privato
e inserendo un tetto che non può essere superato se prima non si assicurano le
visite della mutua. Controlli quante visite ambulatoriali fanno i vari medici
di specialità, ne vedrà delle belle!
– Cancellando i “solventi divisionali”. Spiego
meglio. In molte strutture private accreditate si distinguono tre tipi di
prenotazioni: lo “sfigato” che attende per una visita con il Ssn anche un anno;
il “ricco” che la fa privatamente dopo qualche giorno; il tipico italiano
– il “furbo” o per lo meno si sente tale – a cui viene chiesta una
partecipazione diretta simile al ticket, che deve sborsare per una prestazione
che il Ssn dovrebbe pagare visto che lui paga le tasse (speriamo!). La Regione
resta silenziosa perché non riceve la ricetta del Ssn e quindi non paga nulla
riducendo la spesa tenendo i conti in ordine.
La struttura ed il medico
acconsentono a ricevere una cifra più bassa di una visita privata, ma comunque
subito, a differenza di rimborsi regionali inferiori e a mesi di distanza, a
scapito di un allungamento delle liste di attesa vere per i cittadini più
onesti. Negli ospedali e nelle strutture private accreditate occorre modulare
le visite private a seconda delle esigenze di quelle mutualistiche in modo di
non far vincere né il ricco né il furbo.
Vogliamo intervenire? Oppure rimanere zitti?
(Scritto da Domenico De Felice e pubblicato sul blog del: ilfattoquotidiano.it)
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